Un accordo a Bruxelles sul Patto di stabilità e crescita potrebbe arrivare presto. Sembra esserne convinto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha parlato di un “auspicio fondato”. Martedì prossimo si incontreranno infatti i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Unione europea e all’ordine del giorno c’è anche tale decisione. Solo qualche giorno fa il giornale la Stampa aveva dato per certo il via libera dei lavori preparatori curati dai direttori generali dei singoli ministeri nazionali.
Patto di stabilità, le principali novità
L’accordo, o quantomeno i passi in avanti verso la sua definizione, sembrerebbe essere quindi pronto e si baserebbe sulla proposta presentata dalla Commissione europea a novembre. Il testo prevede di mantenere le basi del Trattato di Maastricht e quindi il deficit al 3% del Pil e il debito al 60%, ma elimina una clausola importante: quella della riduzione dell’indebitamento di un ventesimo ogni anno. Saranno i paesi a presentare un piano di abbassamento graduale ma concreto sulla base della propria situazione e prendendo in considerazione anche riforme e investimenti. Insomma, un modello che ricalca quello dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Qualora un paese dovesse discostarsi dal piano sono previste sanzioni come il blocco dei fondi europei. La Commissione europea dovrà interloquire con ogni governo per verificare se gli scostamenti tra i singoli piani nazionali e la traiettoria fissata a Bruxelles siano giuistificate. In caso di grave crisi però scatterebbero della clausole di salvaguardia, che permetterebbero di deviare dai piani. E’ importante notare che a cambiare è l’approccio, perché nel nuovo testo si parte dall’assunto che ciascun governo dovrà assumersi la responsabilità delle scelte di bilancio.
Valditara: “Togliere gli investimenti in istruzione dal Patto di Stabilità”
La bozza andrà discussa all’Ecofin e potrebbe subire degli aggiustamenti, ecco perché in queste ore arriva anche la dichiarazione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, a Bruxelles per il Consiglio dei ministri dell’Educazione. “Laddove il prossimo anno dovessero ritornare i vincoli di Maastricht dobbiamo togliere gli investimenti in istruzione e ricerca dal Patto di Stabilità” ha detto il ministro, ribadendo la centralità del tema del finanziamento alla scuola e proponendo l’organizzazione di un’apposita conferenza.