Parità di genere: sarebbe bello dire che ce l’abbiamo fatta e che i ruoli maschili e femminili, nel mondo del lavoro, sono equamente suddivisi, che abbiamo superato stereotipi, disparità e pregiudizi, di fatto non è così! L’attivista e influencer Carlotta Vagnoli, propone la parità di genere come nuova materia di studio, a scuola, ma rimarrebbe scoperto il problema nel mondo adulto. Ne abbiamo parlato con Tiziana Cignarelli, segretaria generale di FLEPAR e CODIRP, ad Open Day, su Radio Cusano Campus. “La proposta dell’attività è chiaramente provocatoria, ma giusta, e se fosse ben venga. Bisogna imporre la questione all’attenzione del pubblico in maniera forte. Prevenire, formare, evitare il perpetrare di stereotipi è un obiettivo importante da raggiungere – ha detto Tiziana Cignarelli – a scuola molti ruoli sono soltanto femminili, anche in questo è importante superare vecchi stereotipi. In passato c’erano persone in classe deputate a verificare l’ordine, ed erano unicamente femminili”.
Parità di genere: quanto incide il luogo di nascita sulla mentalità delle persone?
Parità di genere: dimmi di dove sei e ti dirò cosa pensi e come pensi! E’ evidente che in alcune città, date le ristrettezze culturali, certi stereotipi sono accentuati rispetto ad altri. Pertanto, sul modo di pensare delle persone incide il luogo di nascita. “Il tema del divario femminile deriva anche dal posto in cui una donna nasce. Oggi ci viene in soccorso la tecnologia, può diventare un grande fattore di inclusione, educativo, ci sono tanti mestieri donne: dall’avvocatura alla magistratura, ma il passo successivo è notare quante donne ricoprono ruoli di comando – si è congedata Tiziana Cignarelli – da tempo si parla di parità salariale, ma siamo chiamati a compiere un passaggio successivo riguardante le condizioni di vita e lavoro delle donne: poche ricoprono incarichi e posizioni apicali, di vertice. Se nei centri di potere continua ad esserci una mentalità maschile, le logiche difficilmente si potranno cambiare. Sarebbe importante introdurre una norma specifica che preveda che i prossimi incarichi, selezioni e nomine apicali centrali e di vertice nelle PA (non solo di vertice per evitare un’incidenza limitata e formalistica) siano destinati alle donne fini al raggiungimento del 50% nell’anno 2023”.