Divieto di fumo all’aperto, spunta il caso politico dopo le dichiarazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci a margine di un evento, in cui sostanzialmente dice che nulla è ancora deciso per quanto riguarda il la bozza del decreto legge.
La bozza che è uscita sui giornali è una bozza che io non avevo nemmeno visionato
Versione 1.0 che è circolata qualche giorno fa e che prevede una forte stretta contro il tabacco nei luoghi all’aperto, nonché un’importante e profonda regolamentazione delle sigarette elettroniche (“e-cig”) e dei prodotti da svapo.
Divieto fumo all’aperto, Schillaci: “Scienza prevarrà su ideologia”
A molti è parso alquanto strano questo parziale dietrofront, sebbene la linea di principio non dovrebbe discostarsi granché da quanto “uscito”. Schillaci ha comunque confermato il divieto di fumo all’aperto sarà elemento integrante della riforma, lo ribadisce “anche in qualità di medico”.
“No a limitazioni sulla libertà individuale”, con questa frase il ministro della Salute mette dunque un paletto difficile da interpretare dal momento che il tabagismo è una scelta arbitraria a discrezione dell’individuo, consapevole dei rischi annessi e connessi.
“Chiunque abbia letto la bozza può aver trovato delle misure che magari saranno assenti nel provvedimento finale”: anche qui è complicato comprendere questa frenata, non nuova dall’insediamento del nuovo Esecutivo, specialmente in virtù di una fermezza apparsa evidente dalle dichiarazioni dello stesso Schillaci circa due mesi fa.
Probabilmente, ma è solo un’ipotesi, il divieto di fumo all’aperto sarà l’unica certezza del decreto futuro (che si allinea tra l’altro a molti provvedimenti adottati su base comunale). Molte valutazioni dovranno invece essere condotte sulle sigarette elettroniche, “di cui sto raccogliendo insieme ai tecnici i maggiori elementi possibili”: sempre con la volontà di adottare un approccio scientifico e non ideologico.
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Nello spazio delle ultime 48 ore sono arrivati parecchi pareri in merito, soprattutto per il fronte del “no”. Due casi eclatanti mediaticamente hanno riguardato il direttore sportivo calcistico Walter Sabatini e il cantante Gino Paoli.
Bastian contrario, e dunque a favore della stretta, Altroconsumo, tra le principali associazioni a tutela dei consumatori. Lo annuncia pubblicamente Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo:
Da tempo sosteniamo la necessità di una stretta sull’utilizzo di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato
La questione si fa più spinosa dato l’argomento, per usare un termine di paragone basti pensare a quando le nostre città sono state invase dai monopattini elettrici, sia in sharing che per uso privato: in quest’ultimo caso le normative sono diventate davvero stringenti (si parla di targa e assicurazione, al pari degli autoveicoli). Per le e-cig il discorso è simile, un fenomeno in rapida espansione su cui si interroga a proposito del suo “corretto” utilizzo.
Cavallo a sua volta ha notato che la direzione intrapresa sia chiara ma non concorde, almeno all’interno della maggioranza (Matteo Salvini, per esempio, è scettico sulla museruola alle “e-cig”). Nel recente passato Altroconsumo ha promosso più volte petizioni contro il mondo moderno dell’industria del tabacco, in particolare per chiedere maggiori investigazioni sui danni a lungo termine legati al consumo di questi prodotti. Un’alternativa disincentivante può essere elevare la tassazione al pari delle sigarette tradizionali, dal momento che oggi le e-cig e simili godono di un’accisa agevolata.