Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, è stato ospite questa mattina de L’Aria che Tira su La 7. Intervistato da Myrta Merlino si è espresso in merito alla possibilità di un’alleanza con il nuovo Pd di Elly Schlein. La neosegretaria, infatti, ha cercato di aprire a tutti i partiti di opposizione ed ha, tra le altre cose, detto di aver già sentito lo stesso Calenda. Queste le parole di Schlein:
I risultati delle elezioni politiche sono il frutto, anche, della mancanza di un campo competitivo alternativo alla destra. Sarebbe irresponsabile non cercare, anche nelle differenze, dei terreni comuni. Ne lancio uno alle altre opposizioni: il salario minimo. Facciamola insieme una proposta per il salario minimo. Facciamolo per i nostri giovani che, con salari bassi e contratti precari, sono costretti ad andare via dall’Italia. Sono convinta ci siano terreni che possiamo esplorare insieme, l’ho capito dai confronti che ho avuto, ad esempio, con Giuseppe Conte e Carlo Calenda. Con Terzo Polo, M5s, Verdi e Sinistra Italiana possiamo lavorare anche sulla sanità pubblica e sulla lotta ai tagli.
Calenda al Pd: sì a battaglie comuni, no ad alleanze
Tornando a Carlo Calenda, nel suo intervento ha sostanzialmente fatto una parziale apertura ad Elly Schlein. La collaborazione è fattibile sui temi e sulle battaglie ma, aggiunge, un’alleanza strutturale rimane impraticabile. Le sue parole:
Una cosa è dire che se sei d’accordo sul salario minimo oppure sulla sanità si può anzi si deve lavorare insieme. Questo lo facciamo anche con il governo sulla linea di politica estera oppure, come ho fatto di recente, presentando a Giorgia Meloni un piano sull’industria 4.0 su come riutilizzare i fondi europei non spesi. Premesso questo – aggiunge – un’alleanza è altra cosa. Abbiamo un’idea diversa, rispetto a Schlein, su cosa sia bene per il paese.
Calenda, sugli aspetti di distinguo rispetto ad Elly Schlein, è stato molto preciso:
Noi pensiamo sia utile estrarre il gas da noi invece che andarlo a comprare da altre parti. È utile, quindi, per noi, fare i rigassificatori ed i termovalorizzatori. Giusta la battaglia sul salario minimo ma secondo noi, allo stesso tempo, irrigidire molto i contratti di lavoro genera una diminuzione degli occupati.
Ecco perché, il numero uno di Azione, conclude dicendo che:
Abbiamo (rispetto ad Elly Schlein, ndr) un’idea sostanzialmente diversa. Bene su singole tematiche, ma rimane una distanza.
Il concetto di Carlo Calenda è ben espresso in un tweet che riporta proprio il suo intervento di questa mattina a La 7.
Verso il partito unico
Mentre il suo leader mette i paletti e delinea il recinto che evidenzia la distanza con il Partito Democratico, ci si prepara ad avviare il progetto di un partito unico tra le componenti della federazione terzopolista: Azione ed Italia Viva. Sullo sfondo ci sono le ambiguità di Matteo Renzi che pare meno intenzionato, rispetto a Carlo Calenda, ad accelerare sull’iter. Ma Calenda assicura, contraddicendo alcune voci emerse nelle ore addietro, che non ci sono problemi ma solamente una discussione in itinere circa le modalità. Sarebbe falsa, dunque, la notizia relativa ad un presunto ultimatum lanciato al leader di Italia Viva. È lo stesso Calenda a dirlo su Twitter: “Nessuno ha dato ultimatum ad Italia Viva. Stiamo ragionando insieme su come fare il partito unico nel migliore dei modi”.
Ma Azione resta in pressing. E lo si evince anche dalle uscite di altri esponenti che rispondono all’inner circle di Carlo Calenda. Così – riporta l’AGI – parla Mara Carfagna:
Penso che sarebbe davvero stupido faticare per costruire un Terzo polo per poi proporsi come ruota di scorta di destra o sinistra. In due mesi di campagna elettorale siamo passati dallo zero all’8 per cento, il nostro obbiettivo deve essere raddoppiare, triplicare quella cifra puntando su una proposta riformista e pragmatica, fatta di soluzioni per l’Italia e non di slogan. Le alleanze, se e quando saranno necessarie, dovranno essere discusse da posizioni di forza.