Giorgio 21 anni senza social. In un mondo diviso tra boomer e millenials, Generazione X e Generazione Z, dove apparire sui social è una delle priorità tra i giovani di oggi, Giorgio si contraddistingue, predileggendo la vita offline basata sui rapporti e sulle relazioni vere e reali. Uno dei pochi della sua età, qualcuno potrebbe affermare, un pesce fuor d’acqua, qualcun altro potrebbe aggiungere, un alieno per i suoi amici.

Ma siamo sicuri che questa sia la verità? Ha tentato di dare una spiegazione il diretto interessato che abbiamo avuto l’occasione di intervistare. Ecco cosa ha raccontato ai microfoni di Tag24.it Giorgio Iacovone.

Giorgio 21 anni senza social dal primo superiore: il motivo della sua scelta

Secondo quanto è emerso da uno studio recente, bisognerebbe trascorrere sui social soltanto 30 minuti al giorno, lo hanno affermato i ricercatori dell’Università della Pennsylvania consigliando di ridurre l’uso soprattutto agli studenti per migliorare il proprio benessere psicologico. Bisognerebbe, intanto, seguire delle regole semplici e cercare di passare più tempo con gli affetti dal vivo e non attraverso un telefono.

A tal proposito abbiamo parlato con Giorgio Iacovane, un ragazzo di 21 anni, studente di Economia dell’Università Nicolò Cusano, che fin da adolescente ha scelto di distaccarsi dal mondo social, chiudendo così il suo profilo Instagram e non solo. Ma da cosa è dipesa la sua decisione?

“Ho deciso di chiudere il mio profilo Instagram dal secondo superiore, è tanto ormai che non ce l’ho. In realtà non ho mai pensato al perché io abbia fatto questa scelta. Ora che ci penso, probabilmente è perché tendevo troppo a delegare le cose che avrei dovuto fare nella vita reale e questo mi ha dato un po’ fastidio. Per dire un meme, ne guardavo uno e pensavo ‘tanto si tratta soltanto di 10 minuti’, invece trascorrevo anche due ore davanti al telefono. E poi un altro motivo riguarda probabilmente il fatto che non mi sia mai interessato né di fare vedere cose mie agli altri né di vedere le cose degli altri”.

E adesso cosa ne pensi rispetto all’uso eccessivo dei social, soprattutto in questo ultimo periodo anche con le Instagram stories che vanno molto di moda?

E’ un argomento un po’ delicato. In realtà l’uso eccessivo è senza dubbio sbagliato, però allo stesso tempo i social sono un’arma a doppio taglio. Possono essere usati anche come mezzo di informazione, puoi connetterti con persone che sono dall’altra parte del mondo. E’ bellissima come cosa ma bisogna saperli usare. L’uso eccessivo è una delle tante problematiche, ma ce ne sono tanti di problemi vedi tutte le cose che sono successe. Una volta che tu pubblichi una cosa, quella rimane online e se lo fa un ragazzo abbastanza grande è un conto, se lo fa uno più piccolo e magari lo fa a cuor leggero è un altro conto. Per questo, secondo me, il loro l’utilizzo andrebbe insegnato nelle scuole.

In questo periodo lontano dal mondo social, ti sei mai sentito un pesce fuor d’acqua con i tuoi coetanei?

No in realtà no. Noto che questa cosa stupisce molto di più i grandi rispetto ai miei coetanei. Quando questo argomento esce fuori durante una conversazione, i ragazzi mi dicono ‘Sei uno dei pochi’ ma finisce lì. Restano molto più sorpresi i grandi. Però, ecco, non mi sono mai sentito fuori da niente, mai tirato fuori da niente, perché il modo di comunicare c’è anche su Whatsapp, per dire. Però non mi sono mai mancati Instagram e Facebook, senza i social non mi sono mai limitato in niente.

Pensi di tornare sui social prima o poi?

Ci tornerei solo se mi dovesse servire per lavoro. Lo sfrutterei come mezzo e non come fine.