Nuovo Rdc 2023 importi, ecco come cambia e quanto si prende di Mia (Misura per l’inclusione attiva) in base alla composizione della famiglia. I percettori del Rdc verranno suddivisi in due platee: da una parte le famiglie che, al loro interno, abbiano componenti di almeno 60 anni, minori o disabili; dall’altra chi non ha componenti ricadenti in queste tre categorie. La nuova Mia cambierà, dunque, in base alla situazione familiare, sia per quanto riguarda l’importo che si percepirà che la durata del pagamento dell’indennità. Per la prima platea, l’importo massimo sarà pari a 6.000 euro all’anno, corrispondenti a 500 euro al mese, da moltiplicare per la scala di equivalenza; per la seconda platea, invece, l’importo verrà ridotto del 25%, per un limite di 4.500 euro all’anno, pari a 375 euro al mese. Le novità sul Reddito di cittadinanza sono contenute nella bozza di decreto che il governo varerà in vista dello stop alla vecchia misura i cui versamenti ai percettori termineranno con il pagamento della settima mensilità del 2023.

Nuovo Rdc 2023 importi: ecco come cambia Mia in base alla composizione familiare

È pronta la bozza di riforma del Reddito di cittadinanza che prenderà il nome di Mia e che arriverà al Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni per l’approvazione la prossima settimana. Gli importi che spetteranno ai percettori del Rdc verranno ridotti nel caso della platea composta da famiglie che al loro interno non abbiano over 60, minori e disabili, mentre per chi ha almeno un componente in questa situazione l’importo del Reddito di cittadinanza spettante dovrà essere ricalcolato in base alla scala di equivalenza e all’eventuale ricezione dell’Assegno unico per i figli. Infatti, nella nuova Mia i figli minori saranno esclusi dalla scala di equivalenza se già destinatari dell’assegno unico: per ogni figlio verrà stanziato nel Rdc l’importo fisso di 50 euro. Per il calcolo della scala di equivalenza ai fini del nuovo Reddito è necessario considerare quanto prevede la bozza di riforma: per il primo componente adulto il valore dal quale si parte è pari a 1; poi si aggiungono tanti 0,4 punti quanti sono i componenti maggiorenni presenti in famiglia, non beneficiari dell’Assegno unico. Si può arrivare al limite di 2,1, ulteriormente aumentabile a 2,2 se in famiglia sono presenti componenti in condizione di disabilità grave oppure di non autosufficienza. Per effetto dei nuovi importi e della scala di equivalenza, è possibile stabilire quanto prenderanno le famiglie di Reddito di cittadinanza. Partendo da un nucleo composto da un genitore e due figli minori, col vecchio Rdc l’importo massimo era pari a 700 euro mensili, corrispondenti a 500 euro per la scala di equivalenza di 1,4 (1 al genitore e 0,2 per ogni figlio minore). Con il nuovo Reddito, la stessa famiglia perderà 100 euro, prendendo 600 euro mensili, giustificabili in 500 euro per la madre e 50 euro per ogni figlio, destinatari dell’Assegno unico.

Reddito di cittadinanza, chi prenderà di più e chi meno

Nuovo Rdc 2023 importi in discesa per la famiglia tipo composta da due genitori e due figli maggiorenni. In questo caso bisogna considerare una scala di equivalenza massima di 2,1 (2,2 se sono presenti disabili) che faceva prendere alla famiglia fino a un massimo di 1.050 euro (2,1 di scala di equivalenza) con il vecchio Rdc ma, col nuovo, l’importo scende a 787,5 euro se non ci sono componenti appartenenti a categorie protette. Con il vecchio Rdc l’importo di 1.050 era anche il limite per una famiglia di 5 componenti se, oltre ai due figli maggiorenni, fosse presente anche un altro figlio minorenne. È questo l’unico caso in cui la famiglia prenderà di più con la nuova Mia: infatti, l’importo massimo sale a 1.100 euro considerando le 50 euro in più spettanti per il figlio minorenne destinatario dell’Assegno unico. Tuttavia, scenderebbe l’importo se, oltre ai genitori, i tre figli fossero tutti minorenni: con il vecchio Rdc si percepivano 900 euro per effetto della scala di equivalenza pari a 1,8; con il nuovo Reddito si percepiranno 850 euro (500 euro del primo componente per 1,4 considerando lo 0,4 della moglie, più le tre quote di 50 euro spettanti ai figli minori come destinatari dell’Assegno unico). Infine, i sigle: chi vive da solo e non è disabile, prenderà un importo che scenderà da 500 euro mensili a 375 euro perché non rientrante nelle categorie protette.