Matteo Piantedosi parla alla Camera in merito al naufragio di migranti a Crotone. L’obbiettivo del ministro degli interni è quello di fare chiarezza sul ruolo della guardia costiera e della guardia di finanza nella gestione dei soccorsi. La richiesta di tale informativa è arrivata dalle opposizioni che hanno chiesto delucidazioni su come sono andate le cose quella fatidica notte.

Piantedosi: “Sono andato a Crotone subito dopo il naufragio”

Il ministro ha aperto il suo intervento rinnovando la vicinanza nei confronti delle vittime del naufragio:

Voglio rinnovare il cordoglio di tutto il governo a tutte le famiglie delle vittime e ai superstiti. Il numero delle vittime è 72, di cui 28 minori. I superstiti sono 80. Tre scafisti sono stati arrestati, un quarto si sta ancora cercando. Dopo il naufragio mi sono immediatamente recato a Cutro.

Poi ha ringraziato la regione Calabria e tutti i soccorritori.

La ricostruzione del naufragio

Piantedosi ha ricostruito passo per passo gli eventi di quella notte:

Tre ore dopo l’inizio della navigazione un guasto al motore ha indotto gli scafisti a contattare un loro complice. Sono stati raggiunti da altri scafisti e trasbordati su una seconda imbarcazione, prima di riprendere la navigazione. Dopo 4 giorni di navigazione gli scafisti hanno deciso di fermarsi davanti alle coste della Calabria per cercare un momento favorevole allo sbarco. Gli scafisti hanno deciso di sbarcare in un luogo sicuro di notte, per evitare controlli.

E prosegue:

Verso l’una di notte gli scafisti hanno deciso di riprendere la navigazione. La Guardia di Finanza, che era temporaneamente rientrata per fare rifornimento, si è rimessa a cercare il barcone, ma le condizioni meteo erano peggiorate talmente che l’hanno costretta a rientrare senza riuscire a raggiungere il natante. Solo alle tre e mezza di notte sarebbe arrivata la richiesta di soccorso da una chiamata fatta da un numero internazionale. Solo in questo momento si concretizza la richiesta di soccorso alle autorità italiane. Verso le quattro e mezza il segnalante informava che c’era una barca a 50 metri da riva, con a bordo persone.

“Il governo non ha ostacolato il soccorso in mare”

Nella sua informativa alla Camera il ministro ha tenuto a precisare che il governo non ha ostacolato in nessun modo i soccorsi alle vittime del naufragio:

Dire che i soccorsi sarebbero stati addirittura ostacolati dal governo è una grave falsità. È incomprensibile aver messo in connessione il decreto Ong con il naufragio di Cutro, in quella zona non ci sono Ong. Inoltre, il meccanismo Sar non parte mai in assenza di richiesta di soccorso, ragion per cui anche a Cutro la missione è iniziata come missione di polizia.

E aggiunge:

Evidenzio che il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall’attuale governo”