Risalirebbe ad alcuni giorni fa la morte di due coniugi trovati senza vita all’interno di un casolare di Boccheggiano, in provincia di Grosseto. I due, entrambi 80enni, di origine tedesca, erano soliti trascorrere le vacanze in Toscana; a dare l’allarme sarebbero stati i vicini, preoccupati di non ricevere loro notizie. Secondo gli inquirenti, a provocarne il decesso potrebbe essere stata una fuga di monossido di carbonio.
Boccheggiano trovati morti marito e moglie in un casolare: il decesso forse a causa del monossido
È giallo nelle campagne del Grossetano, in zona Boccheggiano, dove, in seguito alla segnalazione di alcuni vicini, le forze dell’ordine avrebbero trovato i corpi senza vita di due coniugi all’interno di un casolare. Si tratterebbe di due ottantenni di origini tedesche che da tempo avevano acquistato l’abitazione – dove erano soliti trascorrere le vacanze – e che, secondo le prime ricostruzioni, potrebbero essere morti a causa di una fuga di monossido di carbonio. A lanciare l’allarme, domenica pomeriggio, sarebbero stati alcuni residenti dell’area, conoscenti della coppia: allarmati dal fatto di non vederli in giro da un po’, avevano provato a bussare alla porta della loro abitazione e, non ricevendo risposte, avevano chiamato il 112, spiegando la situazione. Una volta entrati in casa, i soccorritori, giunti sul posto insieme alle forze dell’ordine, non avrebbero potuto far altro che constarne il decesso: i cadaveri, probabilmente, si trovavano lì da giorni. Chi indaga per il momento non esclude nessuna ipotesi. Per questo sui corpi delle due vittime – sui quali non sarebbero stati trovati, comunque, segni di violenza – è già stata disposta l’autopsia: i rilievi effettuati dal medico legale consentiranno di stabilire la causa della morte e le esatte dinamiche di quanto accaduto.
Coniugi morti a Trieste: per gli inquirenti si è trattato di un caso di omicidio-suicidio
Nella giornata di ieri due anziani erano stati trovati morti all’interno della propria abitazione di via del Ghirlandaio, a Trieste. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, le due vittime, entrambe di 84 anni, sarebbero state trovate abbracciate sul divano di casa. Poco distante, sarebbe stata rinvenuta una pistola. L’ipotesi è che l’uomo, di nome Roberto Fabris, abbia sparato alla moglie, Iolanda Pierazzo, e abbia poi deciso di togliersi la vita a sua volta. A dare l’allarme erano stati, anche in quel caso, i vicini di casa, che avrebbero trovato un bigliettino sulla porta esterna. Su questo biglietto, secondo la loro testimonianza, si chiedeva di chiamare la polizia e si spiegava dove era possibile reperire le chiavi per accedere nell’appartamento. Una volta giunti sul posto, carabinieri e polizia scientifica avrebbero scoperto i due cadaveri, ricostruendo le dinamiche del delitto. Non sono chiare, ancora, le motivazioni che avrebbero potuto spingere l’anziano a compiere l’estremo gesto.
Coppia morta a Brindisi: si fa strada l’ipotesi del duplice omicidio
Si fa strada l’ipotesi del duplice omicidio, invece, nel caso dei due coniugi trovati morti negli scorsi giorni a Serranova, in provincia di Brindisi. Gli inquirenti starebbero seguendo, in particolare, la pista privata: sembra che le due vittime, Antonio e Caterina Calò, avessero da poco ricevuto in eredità da un fratello un’abitazione con terreno annesso. L’ipotesi è che proprio questo dono potrebbe essere al centro di una contesa familiare, che potrebbe aver portato qualcuno a desiderare la morte dei due, uccisi con tre colpi di fucile alla testa. La donna era in camera da letto, con il telefono in mano: secondo chi indaga, avrebbe provato ad avvertire qualcuno, avvertendo il pericolo, ma sarebbe stata fermata dal killer; Antonio Calò invece era in salotto, con una mazza di ferro in mano, la stessa con cui, forse, avrebbe provato invano a difendersi.