Il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il generale Teo Luzi, è intervenuto durante l’audizione di commissione Difesa alla Camera. Si è parlato di criminalità organizzata, delle nuove frontiere della delinquenza online e soprattutto dell’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro. Una cattura che, come ci tiene a ribadire il generale, è avvenuta “in modo cristallino”.
Tutte le dietrologie sono solo tali. Siamo in democrazia e si può parlare, ma non ci sono fatti. L’arresto a Palermo dell’ultimo esponente di spicco della stagione stragista di cosa nostra ha segnato un momento di assoluto rilievo nell’affermazione dello Stato sulla criminalità mafiosa. Un successo non isolato: dal 2021 a oggi, i reparti dell’Arma hanno catturato 14 latitanti di massima pericolosità, inseriti nel programma speciale di ricerca.
Un autentico successo per l’Arma, frutto di un “accurato lavoro investigativo”, al culmine di un 2022 ricco di trionfi per i carabinieri. Come sottolineato dal generale Luzi, le indagini condotte dai militari hanno permesso di arrestare nell’anno appena trascorso 282 affiliati alle bande criminali più strutturate, con un conseguente sequestro di beni per oltre 480 milioni di euro.
Insieme alle altre forze dell’ordine, sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri in questo periodo storico c’è una certa “attenzione investigativa contro le aggressioni di gruppi criminali e le insidie della corruzione“.
Il generale Luzi in audizione in Commissione Difesa alla Camera: “La criminalità sta cambiando, in aumento i rischi in Rete”
Per quanto riguarda la questione della sicurezza informatica, il generale rivela come i carabinieri respingano “dai 30 ai 90 tentativi di intrusione al giorno”.
Lo scorso 22 febbraio si è registrato un aumento consistente di richieste di accesso al sito internet istituzionale www.carabinieri.it, evento verosimilmente doloso, configurabile come attacco informatico. Le misure di prevenzione tempestivamente attivate hanno determinato la temporanea interruzione dell’accesso al sito. In ogni caso, nessun sistema è stato danneggiato e nessun dato sensibile è stato sottratto.
Il comandante dell’Arma evidenzia come gli attacchi cyber costituiscano una nuova frontiera per la criminalità, con una minaccia rappresentata dalle piattaforme di criptofonia, “sistemi in grado di garantire le comunicazioni, eludendo l’intervento delle forze di polizia”.
L’Ufficio di Coordinamento delle Forze di polizia del Ministero dell’Interno ha attivato un gruppo di lavoro interforze per superare il gap dell’attuale legislazione, che non consente di inibire o di intercettare i flussi di comunicazione sulle piattaforme sospettate di favorire traffici illeciti.
Proprio l’affermazione delle nuove tecnologie sta irrimediabilmente acuendo le “criticità tecniche e giuridiche“: nel dimostrare come il crimine sia in forte mutazione, Luzi fa un esempio pratico.
Se fino ad oggi l’obiettivo dell’investigatore era l’irruzione in un covo durante una riunione tra criminali, dovremmo iniziare a immaginare come individuare un summit digitale.
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