Sarà effettuata oggi, all’obitorio di Fano, l’autopsia sul corpo di Pierpaolo Panzieri, il 27enne di Pesaro ucciso a coltellate dall’amico d’infanzia lo scorso febbraio. L’esame sarà condotto dal medico legale Angelo Montana e servirà a rispondere agli interrogativi rimasti aperti sul delitto, già confessato da Michael Alessandrini, attualmente detenuto nel carcere di Timisoara, in Romania, dove è stato fermato dopo essersi dato alla fuga con la Renault Clio sottratta al padre, subito dopo i fatti. Il 30enne si starebbe opponendo fermamente anche al rientro in Italia.

Omicidio Panzieri autopsia: Alessandrini ha rinunciato alla nomina di un proprio consulente

Quanti sono stati i fendenti letali e dove sono stati inflitti? La vittima ha provato a difendersi dalla furia dell’assassino? A che ora è morta? Sono solo alcune delle domande a cui il medico legale che ha ricevuto l’incarico dovrà tentare di rispondere effettuando l’autopsia – in programma per oggi all’obitorio di Fano – sul corpo di Pierpaolo Panzieri, il 27enne di Pesaro ucciso a coltellate dall’amico d’infanzia, il 30enne Michael Alessandrini, reo confesso dell’omicidio. L’imputato, attualmente detenuto in Romania, avrebbe deciso di rinunciare per iscritto alla nomina di un consulente di parte che assistesse all’esame autoptico; in caso contrario, l’autopsia sarebbe slittata di un’altra settimana, ritardando anche la sepoltura del corpo.

D’altronde, secondo quanto emerso finora, Alessandrini si starebbe anche opponendo all’estradizione in Italia per il timore, ovviamente infondato, di essere “ucciso dai servizi segreti italiani”; con tutta probabilità, resterà nel carcere di Timisoara, dove è recluso, almeno fino al prossimo 15 aprile, ossia fino a quando è permesso dalla normativa internazionale che possa rimanere in un Paese europeo dove non ha commesso reati: a quel punto la magistratura romena avrebbe l’obbligo di rilasciarlo e il 30enne sarebbe rimpatriato. Per il momento il suo rientro appare difficile; la Procura di Pesaro avrebbe intanto acquisito i verbali dell’interrogatorio effettuato in Romania, nel corso del quale – come aveva già fatto in una telefonata con una dipendente dell’hotel gestito dai sui genitori – Alessandrini avrebbe confessato di aver ucciso l’amico per gelosia, dopo aver scoperto un legame (di cui non si sono trovate tracce) tra la vittima e Julia, a suo dire la sua fidanzata, ma che la ragazza ha smentito.

Difficile sarebbe anche il recupero dell’auto a bordo della quale l’imputato si era dato alla fuga dopo il delitto, una vecchia Renault Clio sottratta al padre, che si troverebbe in Croazia, dove Alessandrini l’avrebbe abbandonata per salire sul treno diretto in Romania. In questo modo, prima di essere rintracciato e fermato, sperava di raggiungere l’Ucraina, dove forse si sarebbe arruolato per combattere nel conflitto in corso, facendo perdere le sue tracce. Quando è stato trovato, aveva in tasca poche centinaia di euro chieste in prestito alla nonna, il telefono della vittima e un coltello, con tutta probabilità l’arma del delitto.

La ricostruzione del delitto

Il corpo di Pierpaolo Panzieri era stato trovato senza vita il 21 febbraio scorso, all’interno dell’appartamento in cui il 27enne si era trasferito da soli 15 giorni, nel centro di Pesaro. A fare la tragica scoperta era stato il fratello che, su richiesta del padre, che non lo aveva visto arrivare sul luogo di lavoro, gli aveva telefonato più volte e, dopo non aver ricevuto risposte, si era recato a casa sua. Qui, dopo vari tentativi di mettersi in contatto con lui, aveva sfondato il portone principale – che non mostrava segni di effrazione -, trovando il cadavere in una pozza di sangue. Da subito i sospetti degli inquirenti si erano concentrati su Alessandrini: era stato il 30enne, secondo le testimonianze, a cenare con la vittima la sera del delitto.