Orso incontro cosa fare. ‘Se incontrate un orso, non dategli le spalle, indietreggiate con calma e soprattutto non correte’. Questo è il consiglio più comune che gli esperti danno alle persone che hanno intenzione di avventurarsi in un bosco e potrebbero rischiare di incappare in un plantigrado. Certo il consiglio sarebbe molto utile, ma chi riesce a non urlare o non scappare in un caso del genere? Eppure pare sia uno dei modi che permetterebbero all’uomo di non essere aggredito. Perché, assicurano gli esperti, sarà l’orso a scappare per primo…almeno così dicono. Per questo sembra che l’altra cosa importante da fare sia di non far sentire l’animale in ‘trappola’. Di lasciargli cioè una via di fuga altrimenti, a quel punto si, potrebbe diventare aggressivo. Eppure negli ultimi anni gli incontri e gli attacchi degli orsi, nel proprio habitat, all’uomo sembrano essere diventati più frequenti. Dal 2014 ad oggi, solo in Trentino, ci sono stati sette episodi di aggressione inclusa l’ultima e più recente di ieri, 6 marzo. E proprio facendo riferimento a questo caso, Marco Antonelli zoologo del WWF ha spiegato che: “quello dell’orso – ha dichiarato alla rivista Focus – verso l’uomo non è mai un attacco predatorio, ma un tentativo di difendere una risorsa, nella maggioranza dei casi la propria cucciolata. Un’altra causa frequente dell’attacco all’uomo da parte di un orso è la presenza di cani non tenuti al guinzaglio: la legge prevede che nelle aree naturali gli animali domestici non vengano lasciati liberi”. E questo quindi è un altro modo per tenere gli orsi più possibilmente lontani dall’uomo.

Come comportarsi in caso di incontro con un orso, in America in commercio una bomboletta vietata in Italia

Altro consiglio fondamentale, nel caso di ritrovamento di impronte o tracce della presenza di un orso, assolutamente non bisogna seguirle. L’animale si sentirebbe braccato. Soprattutto bisogna rimanere lontani perché nel caso fosse una femmina e avesse una cucciolata, sarebbe doppiamente pericolosa. E nel caso si dovessero incontrare solo i cuccioli, il consiglio è sempre lo stesso: allontanatevi con calma. Poi ci possono essere altri episodi a cui naturalmente associare altri consigli. Nel caso di gita in baita con cibo, è fondamentale tenerlo chiuso in borse da cui esce con difficoltà qualsiasi tipo di odore che possa attirare il plantigrado. E ancora, quando si attraversano i boschi dove è segnalata la presenza di un orso, è consigliato fare un po’ di rumore camminando. L’orso ha sensi molto sviluppati, ed evita l’uomo quando ne avverte la presenza. Ma soprattutto ecco un altro consiglio alla stregua del primo, soprattutto che solo chi ha un sangue freddo riesce probabilmente a seguirlo: Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività. In America pare abbiano trovato un altro metodo per difendersi nel caso in cui si dovesse incontrare un orso: le bombolette spray, vietate i Italia, dove non sono proprio in commercio perché considerate alla stregua di un’arma e quindi necessiterebbe in sostanza del porto d’armi. Anche se le associazioni di tutela della natura, come il WWF, sono favorevoli alla liberalizzazione di questo deterrente da usare nei rari casi di aggressione da parte di un orso. Negli Usa vengono vendute comunemente ai turisti come “assicurazione personale”, senza bisogno di alcun tipo di autorizzazione. Si tratta di un prodotto simile allo spray al peperoncino usato anche in Italia per difendersi dai malintenzionati. Le bombolette anti-orso, però, si differenziano da quelle che usiamo comunemente per l’autodifesa perché contengono una percentuale di peperoncino molto più alta e una gittata più lunga, fino a 10 metri circa, rappresentando un’arma pericolosa se finiscono nelle mani sbagliate. «Sarebbe molto utile usare questo spray come deterrente per evitare il contatto fisico con un orso, perché il peperoncino nebulizzato stordisce l’animale, infiammando occhi e mucose per una decina di minuti, dando il tempo alla persona di scappare, senza creare danni permanenti all’orso», ha spiegato proprio lo zoologo Antonelli.