Attraverso un efficace lavoro di squadra, le Università di Milano e Bologna (coordinate rispettivamente Carlo La Vecchia ed Eva Negri) hanno contribuito alla rilevazione e alla pubblicazione dei dati aggiornati sulla letalità dei tumori nell’Unione Europea (Ue). La vetrina mediatica del risultato finale è la rivista “Annals of Oncology”, la voce ufficiale della Società Europea di Oncologia Medica.
Prendendo in considerazione l’arco temporale compreso tra il 2018 e il 2023, i tassi di mortalità sono scesi del 6,5% tra gli uomini e del 3,7% tra le donne. Complessivamente, quasi 6 milioni di pazienti sono guariti da forme tumorali e cancerogene dal 1989 a oggi, a cui vanno sommati gli 1,24 milioni di “sopravvissuti” nel Regno Unito.
Purtroppo ci sono invece dei dati in crescita, che riguardano soprattutto le donne anziane: +1% di decessi per i tumori polmonari e +3,4% per i tumori al pancreas.
Timori in Ue, le previsioni: obiettivo ridurre del 35% i decessi entro il 2035
Lo studio ha richiesto un notevole dispendio di energie per la raccolta dei dati, evidenziando in particolare la situazione italiana e il suo confronto con gli scenari del resto del continente: per esempio, tra i tumori maggiormente mortali c’è quello ai polmoni (+5,6%), con un andamento perfettamente sovrapponibile in Spagna (+5%) e molto più esponenziale in Francia (+14%).
Oltre alla raccolta e all’elaborazione dei dati, la seconda parte dell’opera è stata compiuta attraverso le previsioni future, basandosi sia sui risultati ottenuti che sulla banca dati più grande al mondo: quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who). Le tendenze che sono state osservate sono duplici e contrarie: da un lato la riduzione dell’incidenza della mortalità tumorale rispetto al totale dei decessi; dall’altro l’aumento in valore assoluto dei decessi dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione. Nel 2023 poco più di 1,4 milioni di persone perderanno la vita a causa del cancro.
Carlo La Vecchia, che ha curato la metà meneghina dello studio, ricorda che l’obiettivo è riassunto nello slogan “35 by 35”, dunque il calo del 35% dei tumori mortali entro il 2035. A oggi una forte possibilità, ma solo se il trend si confermerà favorevole. Il consiglio da docente di medicina è quello più generale possibile: condurre una vita sana, specialmente dal punto di vista alimentare, per scongiurare al massimo le forme più comuni di malattie che poi degenerano in tumori: obesità, diabete, alcolismo. Ma serve anche migliorare diagnosi, terapie ed efficaci dei vaccini antivirali.
Negri: “Il covid-19 non ha aiutato”
Nel proseguimento della sua disamina Negri conferma che la preoccupazione principale riguarda i tumori al pancreas, i cui segnali non sono particolarmente positivi. Circa il 30% dei decessi viene attribuito al consumo di tabacco, specialmente nelle donne di età più avanzata. Desta preoccupazione anche il tumore al colon-retto tra le giovani donne del Regno Unito, dove è probabile la presenza contemporanea di sovrappeso e obesità insieme ad altre pratiche scorrette e dal consumo di alcol e tabacco.
Questi fattori nocivi influenzano anche altre neoplasie come i tumori alla mammella durante la fase di menopausa, nonché per quelli a utero, stomaco e colon-retto. La conclusione dell’analisi di Negri è che il covid-19 abbia pesato nella cura delle forme tumorali, sia di quelle superficiali che di quelle più complesse.