Stralcio cartelle esattoriali 2023 sotto i 1.000 euro, arriva la modifica dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione: ecco cosa cambia e come fare. La modifica riguarda i Comuni che decidano di aderire allo stralcio parziale o integrale dei debiti fiscali mini – entro i 1.000 euro – secondo quanto prevede il decreto “Milleproroghe”. Per l’adesione allo stralcio integrale, i Comuni dovranno barrare sul “Sì” negli appositi moduli messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate – Riscossione, appena pubblicati sul portale istituzionale. Tuttavia, gli enti locali hanno la possibilità di non aderire allo stralcio delle cartelle: in questo caso devono barrare il “No” sul modulo di adesione allo stralcio parziale, ma avranno tempo fino al 31 marzo 2023, altrimenti lo stralcio si attiverà in automatico se dovesse mancare la consegna del modulo con la relativa preferenza. Pertanto la non adesione allo stralcio parziale da una parte o, contrariamente, l’adesione allo stralcio integrale dall’altra, vanno comunicati. Ciò che il decreto “Milleproroghe” concede ai debitori fiscali per lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro – il cui debito sia maturato tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 – è la possibilità, per i Comuni che aderiscano, di ottenere la facilitazione sul pagamento delle vecchie cartelle esattoriali. È necessario ricordare che i Comuni avevano la possibilità di scelta di adesione fino al 31 gennaio 2023: tanti enti non hanno aderito, ma adesso si offre loro l’opportunità di una nuova chance entro la fine di questo mese.
Stralcio cartelle esattoriali 2023 sotto i 1.000 euro, arriva la modifica delle Entrate: cosa cambia e come fare
La legge di Bilancio 2023 prevede di annullare in via automatica (“Stralcio”) le cartelle il cui importo residuo non superi i 1.000 euro, affidati all’Agenzia delle entrare – Riscossione. I carichi devono essere inerenti al periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e relativi a enti creditori, quali i Comuni, differenti dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziale. L’annullamento di queste cartelle, secondo quanto prevede la Manovra 2023, avviene automaticamente per le somme parziali dovute a titolo di interessi per la ritardata iscrizione a ruolo e per gli interessi di mora e le sanzioni previsti dal comma 1, dell’articolo 20, del decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973. L’annullamento parziale, tuttavia, non estingue la somma capitale, il rimborso delle spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica. Cosa cambia e come fare per beneficiare dello stralcio delle cartelle si legge su una nota dell’Agenzia delle entrate. “Da oggi, lunedì 6 marzo, è disponibile online il modulo che gli enti creditori devono utilizzare per comunicare, entro il 31 marzo 2023, la decisione di aderire allo stralcio ‘integrale’ dei debiti fino a 1.000 euro riferiti al periodo 2000-2015″. Il recedente decreto Milleproroghe ha esteso anche ai Comuni la possibilità di aderire allo stralcio automatico parziale solamente degli interessi e delle sanzioni. Ma i Comuni hanno ancora tempo fino a fine mese per comunicare se aderire o meno allo stralcio.
Cancellazione parziale o integrale dei debiti dal 2000 al 2015
Chi pertanto ha cartelle residue relative al periodo dal 2000 al 2015 di importo non eccedente i 1.000 euro, deve prestare attenzione se il Comune creditore abbia aderito o meno allo stralcio parziale automatico o, anche, a quello integrale. Lo stralcio parziale delle cartelle (modulo n. 1 di non applicazione altrimenti in automatico il Comune aderisce) riguarda i debiti dovuti in via esclusiva a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, interessi di mora e sanzioni, mentre rimangono da pagare la somma capitale, il rimborso per le procedure esecutive e di notifica. È importante sottolineare, come precisa anche la nota dell’Agenzia delle entrate, che i Comuni possono deliberare, sempre entro il 31 marzo prossimo, di concedere lo stralcio integrale dei debiti fiscali (modulo n. 2 di applicazione dello stralcio integrale) del periodo tra il 2000 e il 2015. In tal caso, come prevede anche il decreto Milleproroghe, i Comuni cancellerebbero tutti i carichi residui a debito dei soggetti interessati. Sul portale dell’Agenzia delle entrate sono disponibili entrambi i moduli, nonché le istruzioni da seguire per procedere con la comunicazione della decisione presa dal Comune interessato.