La Trichinellosi o Trichinosi è un’infezione di origine esclusivamente alimentare, legata all’ingestione di carne cruda o poco cotta contenente le larve di vermi parassiti del genere Trichinella, appartenente al phylum dei nematodi. Tecnicamente si tratta di una zoonosi, cioè di una malattia infettiva trasmessa dagli animali all’uomo e in Italia la trasmissione è legata principalmente alla carne infetta di suini (maiali e cinghiali) ed equini, sebbene possano essere coinvolte anche altre specie selvatiche.

Cos’è la trichinellosi o trichinosi

Nota anche col nome di trichinosi, la trichinellosi è una malattia parassitaria provocata da otto specie di vermi cilindrici, i cosiddetti nematodi. In Italia, la specie a destare maggiori preoccupazioni è Trichinella britovi, benché nel corso degli anni siano stati registrati anche casi legati ad alcune delle altre. Il parassita, in grado infettare indistintamente rettili, uccelli e mammiferi di varie specie, è pericolosa anche per l’uomo, con conseguenze persino letali nei casi più gravi.

I sintomi della trichinosi

Se negli animali si tratta di una patologia asintomatica, nell’uomo purtroppo non è così. Infatti, sugli esseri umani, dopo un periodo di incubazione tra i 5 e quarantacinque giorni, numero che varia in base ai parassiti ingeriti, la malattia si può manifestare con sintomi più o meno gravi. Tra i più comuni vi sono spossatezza, dolori muscolari, febbre, sudorazione, diarrea, manifestazioni assimilabili all’orticaria ed edemi di varia intensità, che si sviluppano principalmente sul volto e in particolar modo sulle palpebre. Tra le complicazioni più serie della trichinellosi vi sono le miositi più debilitanti (malattie dell’apparato muscolare) ma soprattutto la variazione nella cosiddetta neurotrichinosi, che può portare a malattie infiammatorie del muscolo cardiaco (miocardite) e del cervello (encefalite). Queste ultime sono quelle con possibili conseguenze letali e sono legate al processo di proliferazione delle larve nell’organismo.

Come viene trasmessa la “malattia della carne cruda”

Come dice la sua denominazione comune, la malattia viene trasmessa all’uomo ingerendo carne cruda o poco cotta di animali che sono stati infettati dal parassita. Molto spesso si tratta di carne suina, ma tra le carni potenzialmente pericolose vi sono anche quelle di altri animali selvatici onnivori e carnivori (come le volpi) e quella di cavallo. Gli adulti del nematode si localizzano dapprima nell’apparato gastro-intestinale, per poi proliferare nei tessuti muscolari attraverso le larve.

Come prevenire la malattia e come curarla

Le regole igienico-sanitarie da seguire per prevenire la trichinellosi sono semplici. Ovviamente, la carne deve essere ben cotta poiché il calore distrugge le eventuali larve presenti nel tessuto muscolare. L’indicazione nel portale del Centro nazionale di epidemiologia è di almeno un minuto di cottura a 65° centigradi, col colore della carne deve passare dal “rosa al bruno”. Anche un congelamento prolungato (per oltre un mese) a -15° centigradi può essere efficace. Si specifica inoltre che alcuni trattamenti come l’essiccamento, la salatura e persino la cottura nel forno a microonde non garantiscono l’eliminazione delle larve del parassita.

Giulia Sacchi