La cantante Madame, decide di comprare un pianoforte per il suo compleanno, ma devo svariati tentativi per scrivere un nuovo spartito decide di fare un esperimento con il suo nuovo pianoforte. Decide così di chiedere una “mano” all’ IA (Intelligenza Artificiale), chiedendo di recuperargli uno spartito, ma il risultato non stato come si aspettava.

Risultato: gli esercizi del Pozzoli

Come dice Madame, il risultato è stato deludente, paragonandolo agli “esercizi per l’anulare del Pozzoli” il quaderno utilizzato all’inizio della carriera musicale, in ambito del pianoforte, di chiunque. L’IA ha prodotto una successione basica, goffa in qualche passaggio: con la mano destra che stressa sempre sugli stessi tre tasti e la sinistra che ribatte dei bassi molto prevedibili.

Bisogna precisare, però, che l’ IA non è nata per essere creativa, al massimo per stimolare la creatività degli altri. Non stupisce quindi che il brano per pianoforte sia una prevedibile sequenza di suoni. L’IA rimescola semplicemente strutture pescate dal web, riproponendo un collage sonoro che vuole vincere facile e per questo scade nel banale.

La recensione di Madame

“Il 16 gennaio ho compiuto la bellezza di 21 anni, ho detto ci facciamo un regalino. Macchina non serve, non ho ancora la patente. Esclusa la macchina mi sono detta un orologio, un gioiello, ma quelli te li regalano i morosini, e così ho detto ok, potrei prendere un pianoforte. Eccolo”. E mostra nel video i tasti bianchi e neri. “Al di là dei brani di Einaudi imparati con un tutorial su YouTube non so fare niente, so che questo è un Do, è questo è un Si, a orecchio posso fare le melodie. Io però volevo imparare un brano, ma l’unico brano che volevo imparare, dove sono gli spartiti? Inesistenti”.

Così racconta, che, su suggerimento di un’amica ha deciso di far scrivere lo spartito all’intelligenza artificiale, “io li ho letti e di quel poco che ho capito sono riuscita a tirare fuori questo”, inizia a suonare qualche battuta di un brano non esattamente brillante. “In conclusione l’unica cosa buona che è stata fatta per questo pianoforte è stato dargli un nome, Steven”, conclude Madame.

IA VS Musica

In realtà musica e IA hanno già una storia ben consolidata, ma con gli ultimi sviluppi le macchine possono creare, produrre, suonare interi album. Su Aiva già si può fare. L’IA immagazzina, elabora, mescola e poi produce pezzi originali. L’algoritmo si basa su architetture di apprendimento profondo e apprendimento per rinforzo, e così il compositore elettronico è in grado di proporre generi differenti: pop, rock, tango, elettronica

Se dal punto di vista tecnico ci siamo, sul versante artistico l’IA arranca. D’altronde punto di vista tecnico il chatbot non può creare nulla, rimescola semplicemente parole o strutture pescando dal web a seconda di ciò che l’utente chiede.

L’intelligenza artificiale non sostituirà gli artisti. Potrebbe diventare il nuovo strumento del mercato musicale per creare jingle, sigle, brani “funzionali”, e evitare il continuo ricorso alla musica stock o library. Se usata bene può trasformarsi anche in una risorsa per addestrare modelli di apprendimento automatico con i dati per raggiungere determinati sound, o alimentare le reti neurali degli algoritmi con preferenze melodiche e pattern ritmici.

Giulia Sacchi