Bonus parità di genere 2023, che cos’è e come fare domanda per il fondo perduto da 4.000 euro destinato anche alle partite Iva e ai professionisti. La Regione Lombardia ha aperto un bando che incentiva l’ottenimento della certificazione di parità di genere, garantendo anche alle partite Iva, ai professionisti e alle micro e piccole imprese la possibilità di poter ottenere un fondo perduto a partire da 4.000 euro (l’importo cresce a seconda del numero dei lavoratori alle dipendenze) utile a coprire i costi legati al conseguimento della certificazione. Si ricorda che, con la certificazione, partite Iva e imprese hanno a disposizione tutta una serie di vantaggi fiscali e di sgravi contributivi, nonché si può puntare a mettersi in regola per la richiesta di crediti d’imposta su investimenti effettuati ad esempio in software, buoni ricarica veicoli elettrici e welfare.
Bonus parità di genere 2023 che cos’è e come fare domanda per fondo perduto da 4.000 euro: partite Iva e professionisti
Anche la Regione Lombardia ha aperto un bando che prevede un bonus parità di genere 2023 attraverso il quale è previsto un fondo perduto di almeno 4.000 euro a copertura delle spese per conseguire la certificazione stessa. L’iniziativa è finanziata con risorse a valere sul Fondo sociale europeo plus (Fse+) per una dotazione complessiva da elargire alle imprese pari a 10 milioni di euro. Sono previste due linee di finanziamento: la “A”, per 4 milioni di euro, riguardante i servizi consulenziali di accompagnamento alla certificazione; la “B” per il servizio di certificazione della parità di genere. Ampia la platea delle partite Iva, dei professionisti e delle imprese che possono presentare domanda per il bonus parità di genere: oltre alle micro, piccole e medie imprese, sono ammissibili le istanze delle partite Iva e dei professionisti con domicilio fiscale in Lombardia, purché in regola con il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori (Durc), con le regole di diritto al lavoro dei lavoratori disabili e in regime di “de minimis”. Il bonus viene erogato come fondo perduto sotto forma di voucher aziendale e a seconda del numero di dipendenti. Professionisti, partite Iva e aziende individuali – che rientrino da 1 a 9 dipendenti – possono richiedere il bonus spettante per 2.000 euro per la linea di finanziamento “A” e altrettanti per la “B”; da 10 a 49 dipendenti si ha diritto al doppio del bonus per entrambe le linee di finanziamento. Le quote aumentano a seconda del numero dei dipendenti: per imprese da 50 a 125 dipendenti è prevista una quota di 5.000 euro per il finanziamento “A” e di 7.000 per la “B”, mentre le realtà da 126 a 249 dipendenti sono beneficiarie di 7.000 euro per la linea di finanziamento “A” e di 9.000 per la “B”.
A cosa serve la certificazione e quali sconti contributivi sono previsti
Per presentare domanda di bonus parità di genere è necessario procedere sulla piattaforma online messa a disposizione dalla Regione Lombardia per mezzo del Sistema Informativo Bandi Online. La scadenza è fissata al 31 dicembre 2024, salvo esaurimento delle risorse. Va ricordato che l’ottenimento del certificato di parità di genere per un professionista o per un’impresa permette lo sgravio pari all’1% della contribuzione complessiva a carico del datore di lavoro fino a 50.000 euro all’anno, secondo quanto prevede il comma 2, dell’articolo 5, della legge 162 del 2021. Attualmente, per beneficiare del taglio contributivo è necessario attendere l’emanazione dei primi bandi a livello nazionale. L’obiettivo della certificazione è quello di ottenere un ambiente di lavoro (anche in uno studio di professionisti, ad esempio) nel quale viga la parità di genere da ogni punto di vista, quindi sia della retribuzione che delle opportunità di carriera, passando per regole sulla maternità e natalità, flessibilità degli orari lavorativi e bonus per i servizi di babysitter che possano agevolare concretamente le donne lavoratrici e i giovani. Peraltro, la legge di Bilancio 2023 ha previsto uno sconto contributivo anche sulle nuove assunzioni con bonus fino a 8.000 euro all’anno traducibili in sconti tra 407 e 600 euro mensili su ogni nuovo lavoratore assunto, giovane under 36 o donna.