Angelo Vassallo ultime notizie. La Commissione Antimafia ha svelato i motivi per i quali il sindaco pescatore è stato ucciso a colpi di arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rincasava a bordo della sua auto. I carabinieri del Ros di Roma e quelli di Salerno avevano indagato per i reati di omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Tra i nove indagati risultavano anche un colonnello dei carabinieri e un ex carabiniere. La linea sulla quale si muoveva la Procura è che il sindaco fosse stato ucciso per impedirgli di denunciare un traffico di droga che lui aveva scoperto e che aveva come terminale il porto di Acciaroli.

Angelo Vassallo ultime notizie, perché fu ucciso?

Nella relazione finale la Commissione Antimafia presieduta da Luca Migliorino, ex deputato del Movimento 5 Stelle ha rivelato il motivo per il quale Angelo Vassallo sarebbe stato ucciso. Il sindaco pescatore voleva contrastare il traffico di droga locale. Il porto di Acciaroli era diventato infatti un approdo della droga da smerciare nel territorio del Cilento e oltre: “Che nel porto ci fossero attività illegali su larga scala era di certo noto allo stesso Vassallo che da qualche tempo aveva raccolto voci divenute costanti lamentele sul consumo di sostanze stupefacenti. Angelo Vassallo aveva voluto vederci chiaro per poi prendere provvedimenti in prima persona”. Il sindaco pescatore aveva notato che non si trattava di un piccolo spaccio ma che il fenomeno aveva assunto proporzioni consistenti: “In particolare, risulta che alcuni pescatori si erano lamentati di alcuni soggetti che si aggiravano sul molo del porto nelle ore notturne. Ciò che scoprì il sindaco di Pollica non era evidentemente un fenomeno di piccolo spaccio, ma un traffico più consistente. Il porto di Acciaroli era utilizzato come approdo della droga da smerciare nel territorio del Cilento e oltre”. Lo stesso Vassallo viene definito un sindaco esemplare che aveva dedicato la sua attività di primo cittadino allo sviluppo del proprio territorio in armonia con la natura che lo circondava. Angelo Vassallo però era rimasto solo in questa inchiesta e si sentiva particolarmente inquieto per il clima che si era venuto a creare. Per contrastare il traffico di droga aveva dovuto intervenire in prima persona utilizzando i vigili urbani del comune di Pollica. Nella relazione poi si conclude: “Se si farà luce sui fatti relativi all’omicidio di Angelo Vassallo è solo grazie ad una parte delle istituzioni che ha continuato ad indagare anche laddove sembrava insperabile la scoperta della verità”. La commissione ha infatti chiarito di non aver potuto completare l’inchiesta in ragione dello scioglimento anticipato della legislatura. La famigla di Angelo però non si è mai fermata nella battaglia per la verità e continua a mantenere alta l’attenzione mediatica sulla vicenda: “Determinante è stata l’incessante opera di una parte della famiglia che cerca in tutti i modi di mantenere desta l’attenzione sull’opera, sulla storia personale e sulla morte di Angelo Vassallo. A Dario e a Massimo Vassallo va riconosciuto lo spirito di chi si trova a navigare in mare aperto tra mille difficoltà”.

Le indagini

Il caso dell’omicidio di Angelo Vassallo non è stato ancora chiuso. Il delitto del sindaco pescatore sarebbe stato ordinato dall’imprenditore edile Raffaele Maurelli, attivo nel traffico di stupefacenti. Dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, Maurelli aveva deciso di parlare con gli inquirenti ma è stato stroncato dalla malattia. Dall’incrocio con le altre relazioni investigative, risulterebbe che l’imprenditore avrebbe cercato prima di corrompere e poi ricattare Vassallo per ottenere un lido utile alla logistica del traffico di droga cilentana. Il 6 settembre 2010 Vassallo aveva denunciato ai carabinieri di Agropoli ciò che aveva raccolto durante le ronde notturne. Nelle settimane prima del delitto, il sindaco aveva confidato a persone di fiducia di essere venuto in possesso di informazioni che avrebbero potuto mettere a repentaglio la sua incolumità. Non si sa ancora nulla degli esecutori materiali del delitto, che quella notte di inizio settembre esplosero nove colpi di pistola contro Vassallo. L’arma non è mai stata ritrovata.