Morto in un incidente stradale mentre festeggiava la guarigione da un altro sinistro, che lo aveva privato momentaneamente della possibilità di camminare. È il destino beffardo toccato ad Andrea Cecca, il 28enne originario di Tivoli morto sabato sera scorso nel Teramano dopo essere precipitato in una scarpata con la jeep guidata dallo zio, anch’egli deceduto sul colpo. Sarebbero rimaste solo ferite, invece, la fidanzata del 28enne e la compagna di suo zio, sbalzate fuori dall’abitacolo al momento del violento impatto. A riportare quanto emerso finora sul sinistro e il dramma del ragazzo morto è il Messaggero. Per risposte più chiare si attende l’autopsia sui corpi delle vittime.
Andrea Cecca incidente a Teramo: il 28enne morto era stato da poco vittima di un altro sinistro
Il tragico incidente costato la vita a Giorgio Bellachioma e Andrea Cecca, zio e nipote di 44 e 28 anni, è avvenuto attorno alle 19.20 di sabato scorso a Pietracamela, nel Teramano, sulla strada provinciale SP43 che conduce ai Prati di Tivo, nota località sciistica abruzzese alle pendici del Gran Sasso. Qui i due si erano recati insieme alle rispettive compagne per festeggiare un traguardo speciale: secondo quanto riportato dal Messaggero, sembra infatti che Cecca, originario di Tivoli, fosse stato da poco vittima di un sinistro (nel 2019) e che, dopo essere finito su una sedia a rotelle, dopo un lungo periodo di riabilitazione, aveva da poco ripreso a camminare, grazie all’aiuto di un deambulatore.
Una conquista costata anni di fatiche, seguita da una giornata trascorsa sulla neve, passeggiando e pranzando al ristorante, per godersi la ritrovata guarigione. Poi, sulla strada del ritorno, la tragedia: per motivi ancora in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine, la Jeep Renegade guidata dallo zio sarebbe uscita fuori strada in corrispondenza di un tornante, sfondando il guardrail, rotolando su sé stessa e finendo all’interno di una scarpata dopo un volo di circa 50 metri. Un impatto violentissimo, che non avrebbe lasciato scampo al guidatore, né ad Andrea, seduto sul sedile anteriore del passeggero, entrambi morti sul colpo. Sarebbero rimaste soltanto ferite, invece, la fidanzata del ragazzo e la compagna dello zio, G.B e V.M.C, sbalzate fuori dall’abitacolo e salve grazie alle reti di protezione dei massi, alle quali si sarebbero aggrappate per non cadere: immediatamente soccorse e trasferite nel reparto di pronto soccorso più vicino, quello dell’ospedale Mazzini di Teramo, avrebbero ricevuto entrambe una decina di giorni di prognosi.
Lo zio di Andrea lavorava come operaio a Montorio; per questo, già da un po’, si era trasferito in Abruzzo, dove il nipote lo aveva raggiunto e dove insieme i due avevano deciso di trascorrere un weekend insieme, approfittando dei progressi fatti da Andrea dopo il precedente sinistro. “Appena appresa la notizia mi sono recato sul posto – aveva dichiarato subito dopo i fatti all’Adnkronos il sindaco di Crognaleto, Orlando Persia -. La macchina era completamente accartocciata. Un fatto che distrugge me e l’intera collettività: la perdita di due giovani vite è sempre un momento difficile per il territorio”. Da ore gli inquirenti sono al lavoro per cercare di ricostruire le dinamiche del violento impatto e capire perché l’auto sia finita improvvisamente fuori strada: tra le ipotesi al vaglio di chi indaga ci sarebbero l’alcol e la velocità, ma anche un malore che avrebbe potuto colpire il conducente, facendogli perdere il controllo del mezzo. A rispondere ad alcune delle domande rimaste aperte sarà l’esito degli esami autoptici effettuati sulle salme delle vittime, trasferite in obitorio e a disposizione dell’autorità giudiziaria. I corpi, incastrati tra le lamiere in un punto particolarmente impervio, sarebbero stati recuperati dopo ore di lavoro ininterrotto da parte dei soccorritori.