Errore medico all’Ospedale Morgagni di Forlì dove un uomo di 41 anni, titolare di un’agenzia di assicurazioni a Rimini, si era presentato con un’appendicite infiammata che però è stata scambiata per cistite.
L’uomo che di quell’episodio ne porta ancora le conseguenze sul proprio corpo, ha ora deciso, attraverso l’avvocato Stefano Caroli, di sporgere denuncia.
Deciso ad andare fino in fondo alla questione, l’assicuratore si è prima rivolto ad un medico legale, il professor Adriano Tagliabracci, direttore del Dipartimento di Scienze biomediche e Sanità pubblica del Politecnico di Ancona che ha confermato come la diagnosi errata e i mancati esami siano stati determinanti per l’aggravamento della malattia.
Il 41enne “ha rischiato di morire”, osserva l’avvocato Caroli, sulla base della relazione di Tagliabracci. In quest’ultima si legge infatti che “la condotta omissiva posta in essere dal dottore rientra nell’alveo del paradigma criminoso di cui all’articolo 590-sexies c.p.”. Ovvero: responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario.
L’assicuratore è ora pronto a chiedere un risarcimento di 200 mila euro, “visti i danni permanenti riportati”, conclude il suo legale.
La Procura di Forlì ha ora, aperto un’inchiesta e nominato già un nuovo perito, si tratta del medico legale Donatella Fedeli che avrà il compito di capire cosa sia successo quel giorno e il perché di una diagnosi errata.
Forlì appendicite scambiata per cistite: la storia
I fatti risalgono a un anno fa quando il 5 Gennaio 2022 l’uomo, che vive e lavora a Rimini ma ha ancora la residenza a Forlì, si rivolge al medico di base per via della febbre alta e dei forti dolori addominali.
Il medico gli prescrive una cura antibiotica e lo invita ad andare in Pronto Soccorso, nel caso in cui sintomi non spariscano nel giro di un paio di giorni. Il male non sparisce e così l’8 Gennaio l’assicuratore si reca al Pronto soccorso dell’Ospedale Morgagni di Forlì riferendo tutti i sintomi ai medici.
Il dottore che lo visita effettua vari esami, ma non l’ecografia all’addome suggerita anche dal 41enne visti i dolori molto forti.
Il medico del Pronto Soccorso è convinto si tratti “solo di una cistite” e visto che l’uomo confessa di averne già sofferto in passato rafforza la sua diagnosi e prescrive la cura.
“Al momento della visita, si legge nell’esposto per la denuncia, riferivo della persistenza di un dolore addominale acuto, peraltro esistente sin dall’esordio della sintomatologia a domicilio. Ho riferito anche di un dolore ai testicoli da ricondursi secondo il medico ad una infiammazione alle vie urinarie”.
Invece dietro ai forti dolori all’addome e ad altri sintomi si nascondeva un problema molto più grave: un’appendicite acuta che 5 giorni dopo l’ha costretto ad un intervento urgente.
Nell’esposto, e in questo caso non è solo una frase di prassi, si chiede anche che vengano accertate se ci sono altre responsabilità, perché anche altri due specialisti consultati dall’assicuratore nelle 48 ore successive alla sua dimissione non avevano individuato la patologia corretta.
L’operazione
Dato che i dolori con la cura per la cistite non diminuivano, l’assicuratore decide di rivolgersi ad altri specialisti e il 13 Gennaio, tramite visita privata, effettua l’ecografia all’addome.
I risultati non lasciano dubbi: il medico ecografista spiega la situazione e gli consiglia di andare subito al Pronto Soccorso.
Tornato al “Morgagni”, il paziente, con l’ecografia in mano viene trattato in maniera molto diversa e ricoverato dopo vari esami tra cui anche la Tac e una nuova ecografia.
Dopo i risultati di quest’ultimi, si decide finalmente per l’operazione d’urgenza dato che l’appendicite si era aggravata in peritonite.
Durante l’intervento i chirurghi hanno dovuto rimuovere alcune parti di intestino che si erano necrotizzate.
Il 41enne è stato dimesso dopo due settimane di ricovero e ha dovuto seguire delle cure e una dieta particolare per diverso tempo e di quell’operazione ne soffre ancora delle conseguenze.