Schlein e Conte si sono incontrati ieri alla manifestazione di Firenze, dove un corteo ha sfilato in difesa della scuola e della Costituzione. I due si sono stretti la mano e hanno scambiato qualche battuta. I riflettori sono ora puntati sul se, come e quando di una possibile nuova convergenza tra il Partito Democratico e i Cinque Stelle. La questione è cruciale non solo per il futuro dell’opposizione al governo Meloni, ma anche per la tenuta interna delle rispettive formazioni. Per questo motivo entrambe le parti sono ancora, ad oggi, molto caute nell’intraprendere una discussione su una possibile alleanza, nonostante le reciproche timide aperture.
Schlein e Conte: la parola d’ordine è convergenza sui temi
Nell’intervista a Che Tempo che Fa la Schlein ha aperto a Cinque Stelle, Terzo Polo e Alleanza Verdi Sinistra. Secondo la nuova segretaria alcune battaglie comuni – prima fra tutte quella sul salario minimo – sono non solo possibili, ma anche necessarie.
Dai Cinque Stelle, nel frattempo, si fa sapere di voler testare la Schlein sul piano dei temi e di voler verificare l’effettiva capacità della segretaria di tenere insieme il Partito democratico. Un confronto tra Schlein e Conte sembra comunque all’orizzonte. A questo proposito, Romano Prodi ha lanciato un monito importante alla nuova segretaria: “Prima di accordi con altri partiti è necessario definire il programma”.
Se è la convergenza sui temi il requisito necessario, allora alcune proposte care ai 5S di Conte – salario minimo, difesa del lavoro, reddito di cittadinanza – sembrano poter suggerire l’ipotesi di un fronte comune.
Un avvicinamento eccessivo tra le due formazioni potrebbe però confondere l’elettorato, in particolare quello pentastellato. I sondaggi sembrano premiare infatti la nuova segretaria dem che riesce a realizzare un primo sorpasso sui Cinque Stelle: secondo le intenzioni di voto di YouTrend il Pd è oggi al 17.2% contro il 17% del Movimento. Forbice che si fa ancora più larga secondo la rilevazione di Noto che vede i democratici al 19.5% e i Cinque stelle al 16%.
Si tratta di numeri su cui Giuseppe Conte dovrà necessariamente riflettere. E, da lì, prendere le sue scelte.
Fronte unico delle opposizioni: Calenda ribadisce il suo no
Ben più lontana appare, dall’altro lato, una convergenza del nuovo Pd con il Terzo Polo. La conferma arriva peraltro proprio da Calenda, che in un editoriale sul Foglio chiude a un avvicinamento tra la sua formazione e il fronte Pd-Cinque Stelle, la cui linea politica è per lui “definitivamente unificata”.
“Cosa farà il Terzo Polo dopo l’elezione di Elly Schlein? La risposta è: quello che faceva prima. Costruiremo il partito unico di popolari, liberali e riformisti, riunificando classi dirigenti ed elettori che sono stati divisi con l’accetta del bipolarismo”.
La posizione del leader della federazione Italia Viva – Azione, presto partito unico, rimane dunque sempre la stessa, specialmente in riferimento al Movimento di Giuseppe Conte: “Il Terzo Polo è avversario irriducibile della Lega Salviniana e dei Cinque Stelle“. La linea politica proposta da Calenda è quella del governo Draghi e l’elettorato a cui guardare è quello stanco della bagarre politica, “in cerca di onestà intellettuale“, che non vuole essere intrappolato in una pretesa di unità politica. Esattamente quella che invece sembrano cercare i Cinque Stelle il Pd al fine di compattare l’opposizione e renderla, di fatto, competitiva alle elezioni.