Superbonus 110 ultime notizie cessione crediti. Il Governo ha eliminato le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, lasciando come unica alternativa ai contribuenti, quella di pagare le spese per i lavori edili effettuati, per poi usufruire della detrazione in dichiarazione dei redditi. Si salvano solo i lavori già in essere ovvero quelli rispetto ai quali è stata effettuata la comunicazione di inizio lavori, CILA o altri titoli abilitativi.
Lo spartiacque è temporale: la data a cui far riferimento è quella del 17 febbraio, quando è entrato in vigore il decreto che di fatto ha lasciato soltanto la detrazione in dichiarazione dei redditi per usufruire delle agevolazioni. In alcuni casi la si prende a parametro per l’invio della Cilas, in altri per l’inizio dei lavori (che sono però da dimostrare)
Superbonus 110 ultime notizie cessione crediti
Sono ripartiti i contatti tra i tecnici del ministero e le parti coinvolte, imprese, banche e professionisti, per lavorare ai correttivi al decreto legge 11/23 (dl blocca cessioni). La prima grossa mina da disinnescare è quella dei crediti incagliati. La guerra di numeri, anche su questo dato, ha portato l’asticella della stima a circa 25 mld di crediti in sofferenza. Sul punto c’è una scadenza imminente: quella del 31 marzo, quando dovranno essere comunicate all’Agenzia delle entrate le cessioni 2022.
Il problema sembrerebbe risolvibile tramite gli F24 presentati agli sportelli bancari, la banca incassa il pagamento e il versamento allo stato è effettuato mediante la compensazione con il credito che la banca ha nella propria disponibilità. In tal modo, le banche potrebbero aprire a nuove pratiche di cessione. Dovrebbero però rimanere fuori da tale meccanismo di compensazione, gli F24 presentati per il pagamento dei contributi previdenziali e quelli presentati allo sportello da privati (che non sono né imprese né professionisti”).
Deroga Sismabonus e villette
I primi superbonus 110% da salvaguardare, secondo le intenzioni del governo Meloni, sono quelli relativi ai lavori su messa in sicurezza da eventi sismici (sisma bonus), case popolari e Onlus. La maggioranza di governo è a lavoro per sospendere – a favore dei soggetti coinvolti – il decreto di blocco della cessione crediti entrato in vigore il 17 febbraio 2023. Una proroga arriverebbe, invece, per i proprietari delle villette o delle unità abitative unifamiliari rispetto alle norme del decreto emanato due settimane fa: le agevolazioni verrebbero mantenute fino al 31 marzo 2023, purché entro il 30 settembre 2022 sia stato realizzato almeno il 30% di stato di avanzamento dei lavori (Sal).
Il rapporto Istat
Nel suo ultimo report “PIL e indebitamento AP”, ISTAT fa riferimento solo alle due misure più corpose tra quelle indicate all’art. 121, comma 2 del Decreto Rilancio che possono utilizzar le opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito). ISTAT, infatti, rileva:
Alla luce del nuovo quadro interpretativo e a seguito dell’esito degli approfondimenti metodologici condotti congiuntamente da Istat e Eurostat, è quindi mutato il trattamento contabile del “Superbonus 110%” e del cosiddetto “Bonus facciate” a partire dall’anno di stima 2020. Entrambi i crediti di imposta sono ora classificati come crediti di imposta di tipo “pagabili”, e registrati nel conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche come spese per l’intero ammontare, coerentemente con il momento di registrazione previsto dal MGDD 2022, ossia nel momento di sostenimento della spesa di investimento agevolata. Nelle precedenti stime, entrambe le agevolazioni erano state classificate come crediti di imposta di tipo “non pagabili” ed erano quindi registrate come minor gettito nell’anno di utilizzo del credito (quindi, come minore entrata tributaria).
Nessuna menzione dei bonus minori tra cui l’ecobonus e il sismabonus ordinari o il bonus casa che, a questo punto, rimarrebbero crediti “non pagabili”.
Le parole di Giorgetti
Il Ministro dell’Economia e delle Finanza, Giancarlo Giorgetti, in una nota diffusa alle agenzia di stampa, ha precisato di aver preso atto “delle decisioni degli istituti di statistica indipendenti che mettono un punto fermo sulla vicenda contabile, i riflessi sul bilancio dei bonus edilizi e delle cessioni dei crediti introdotti a decorrere dal 2020“.
La decisione di ISTAT di contabilizzare subito le minori entrate relative alle detrazioni maturate per interventi di superbonus e bonus facciate, avrebbe avuto un impatto sui conti pubblici del 2022 e per questo, afferma il Ministro Giorgetti
“Il Governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat. Parimenti il governo è al lavoro con tutti i soggetti interessati per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria delle imprese ereditato da imprudenti misure di cessione del credito non adeguatamente valutate nei loro impatti al momento della loro introduzione“.