Il Governo è pronto a varare il Mia, ovvero “Misura di inclusione attiva”, che sostituirà il reddito di cittadinanza. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, cambia la durata del nuovo sostegno e ci sarà la divisione in due categorie con quote a scalare: occupabili e famiglie povere senza possibilità di lavorare. Per i primi il tetto massimo di sussidio sarà di 375 euro mentre per le seconde l’importo base sarà di 500 euro. La misura dovrebbe arrivare presto in consiglio dei ministri ed essere attiva già a settembre.
Rdc diventa Mia, Licheri (M5S): “La malavita sarà contenta”
Ettore Licheri, senatore M5S, è intervenuto sul tema ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus:
“E’ arrivata la stretta, ma è rimasto il reddito di cittadinanza. Si era partiti dicendo che tutti gli occupabili da agosto avrebbero dovuto trovarsi un lavoro. Poi si sono resi conto che questo non è possibile, almeno in questo momento storico. E quindi non fanno nessun corso di formazione, sono stati costretti a fare un reddito di cittadinanza 2 che si abbassa molto a livello economico. Il problema della povertà resterà, quindi la malavita si starà strofinando le mani perché avrà un po’ di materiale umano in più. Comunque ho letto tutto sui giornali, non c’è uno straccio di provvedimento. L’unica cosa che c’è è l’amarezza. Prendiamo atto che il mese di agosto si sta avvicinando e questo mezzo milione di persone rischia di andare alla canna del gas, perché con 350 euro si va alla canna del gas”.
Cosa cambia con Mia?
Anche sui tempi del sostegno è prevista una stretta. Mentre per i poveri tout court la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), per gli occupabili non più di un anno.
Stretta in vista anche sul fronte Isee. Secondo le indiscrezioni il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro percepiti con il Reddito di cittadinanza a un massimo di 7.200 euro. Un taglio di oltre 2mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo.
Per gli occupabili la riforma, oltre ai centri pubblici per l’impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro. Che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time.
Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione.