Pa, premi e carriera: chi e come deve fare formazione: in arrivo la nuova direttiva del ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo, che prevede specifici step per gli statali che fanno l’aggiornamento delle proprie competenze. Un intento che già era stato messo tra gli obiettivi di riforma della Pubblica amministrazione dal precedente ministro, Renato Brunetta, con il lancio della piattaforma Syllabus, e che adesso l’attuale ministro Paolo Zangrillo vuole fare proprio, rilanciandolo anche ai fini stipendiali. La partecipazione a corsi di formazione degli statali entrerà sia nella valutazione dei singoli dipendenti che per la corresponsione dei premi. Il quotidiano Il Messaggero annuncia di aver preso visione della nuova direttiva che sarà distribuita a tutte le amministrazioni pubbliche, chiamate a loro volta a divulgarla: la formazione dei dipendenti diventerà un target tramite il quale sarà valutato anche l’operato dei dirigenti della Pa. L’obiettivo formazione dei dipendenti pubblici rientra in una delle Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che fissa specifici target riservati ai dipendenti pubblici nell’ambito della frequenza ai corsi di formazione e all’aggiornamento professionale.
Pa premi carriera, chi e come deve fare formazione: in arrivo direttiva ministro Zangrillo
Una nuova direttiva è in arrivo dal ministero della Funzione Pubblica ai dipendenti delle Pa sulla frequenza dei corsi di formazione e di aggiornamento. Il ministro Paolo Zangrillo vuole dare seguito al lavoro svolto dal suo predecessore, Renato Brunetta, nel legare la valutazione individuale dei dipendenti pubblici alla frequenza di corsi di formazione e di aggiornamento. Due sono in particolare gli ambiti formativi: la digitalizzazione e la transizione ecologica. Per la prima, un anno fa è stata istituita una specifica piattaforma, Syllabus, attraverso la quale gli statali possono fare un determinato test per ottenere una valutazione personale sulle proprie capacità digitali. Secondo quanto risulta a Il Messaggero, la direttiva in arrivo fissa obblighi per le amministrazioni pubbliche: entro 30 giugno 2023, gli enti che ancora non si sono registrati sulla piattaforma dovranno farlo. Inoltre, a sei mesi dall’avvenuta iscrizione, le amministrazioni pubbliche dovranno erogare corsi di formazione e di aggiornamento al 30% del proprio personale. Si tratta, tuttavia, di un primo step al quale sono previsti target successivi che le Pa dovranno centrare: entro il 31 dicembre 2024, infatti, la percentuale del personale interno che avrà frequentato corsi di formazione dovrà salire al 50% e, successivamente, al 75% nel target da raggiungere entro il 31 dicembre 2025. I dipendenti del pubblico impiego che frequenteranno i corsi di formazione saranno valutati per le proprie competenze e destinatari dei premi della Pubblica amministrazione. Inoltre, anche gli avanzamenti di carriera saranno legati all’accrescimento delle proprie competenze.
Cosa sono le competenze digitali e a cosa serve Syllabus
Pa, premi e carriera con le competenze digitali di Syllabus ma la piattaforma non sarà, in ogni modo, l’unica a formare i dipendenti pubblici. Infatti, l’offerta formativa a favore degli statali sarà ampliata dai corsi che si terranno tramite Formez Pa e la Scuola nazionale per la Pubblica amministrazione. Al personale pubblico, inoltre, è riservato il progetto Pa 110 e lode, consistente nella possibilità di iscriversi ai corsi di laurea a condizione particolarmente agevolate. Successivamente saranno aperte altre piattaforme digitali sul modello Syllabus che saranno indirizzate ai corsi di formazione sulle transizione ecologica, altro obiettivo rientrante nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr, nello specifico della riforma della Pa, prevede che entro giugno del 2026 i dipendenti statali formati siano almeno 750.000 dei quali 350.000 appartenenti ai ministeri e alle amministrazioni centrali. La quota di superamento dei corsi è fissata, rispettivamente, in 525.000 e in 245.000. La formazione e l’aggiornamento dei dipendenti pubblici rappresentano un’esigenza testimoniata dai numeri: l’età media dei lavoratori è di 50 anni che, mediamente, frequentano corsi per 1,2 giornate all’anno. Un dato troppo basso per un personale che dovrà affrontare transizioni digitali ed ecologiche quali obiettivi dei prossimi anni.