KEKKO SILVESTRE DEPRESSIONE – Kekko Silvestre, cantante della band “Modà”, ha raccontato i suoi momenti bui nel salotto di Verissimo, da Silvia Toffanin. Il cantautore è reduce con il suo gruppo dalla partecipazione a Sanremo 2023, con il brano ‘Lasciami’, portato per parlare della sua brutta malattia, ma soprattutto, per aiutare le persone che stanno nelle sue stesse condizioni.

Kekko Silvestre depressione: “Avevo vergogna, ora voglio aiutare gli altri”

Francesco Silvestre soffre infatti da qualche anno di depressione. Ha parlato dunque della convivenza con questo malasse interiore, apparentemente inesistente da chi la guarda da fuori: “È veramente bellissimo, io mi devo anche un po’ scusare con te, perché l’ultima volta che son venuto già non stavo bene, però non te ne ho parlato. Perché in realtà non volevo parlarne, perché avevo vergogna, avevo vergogna di farlo. Infatti ho capito che, ci sono tante persone che come me insomma soffrono di questa malattia, la malattia oscura.

E mi son reso conto che non te ne parlano finché non gliene parli tu a volte no? Ma loro di loro spontanea volontà non te ne parlano. Anche io non lo facevo, poi ho preso coraggio.

Quindi la decisione di andare al Festival di Sanremo è stato fatto perché su quel palcoscenico hai una grandissima responsabilità, perché ha una cassa di risonanza importantissima. Quindi ogni cosa che dici è importantissima, perché arriva alle persone a casa.

Il mio obiettivo era proprio questo, cercare di lanciare un grido di coraggio verso tutte quelle persone che ancora si vergognano di parlarne. Perché spesso sai, ti vedono tutti come un supereroe, no? Che stai sul palcoscenico e sembri invincibile, in realtà sei un essere umano qualunque, che ha avuto il dono di saper scrivere delle canzoni, e quindi di stare su un palcoscenico, ma, in realtà sei sempre un essere umano che ha delle fragilità. E quindi io, spero che nessuno si vergogni più, che si curi, perché la depressione insomma, non la prendi sull’autobus, è dentro di te. Quindi se la vivi male dentro di te scatena delle reazioni che non ti fanno star bene.

Non basta prendere un farmaco e stare sul divano, bisogna prendere il farmaco, fare terapia, ma soprattutto bisogna affrontare la vita, bisogna affrontare le paure perché, sul divano non si guarisce“.

Kekko Silvestre e la scoperta della malattia

Di punto in bianco, Kekko Silvestre si è svegliato, senza però riuscire a fare i movimenti di tutti i giorni. Così ha scoperto la depressione e i problemi che lo affliggevano: “La mattina del 29 aprile 2021 mi sono svegliato e non mi si sono più piegate le gambe, non riuscivo a piegare le gambe, non riuscivo più ad alzarmi dal letto. Laura pensò a un influenza, a un calo di vitamine, infatti mi riempì di vitamine per una decina di giorni, perché io non riuscivo proprio a alzarmi, non riuscivo ad andare in bagno. E allora lì, si sono un po’ preoccupati no, perché la cosa non durava da due giorni, durava da tre giorni. Mi davano le Tachipirine, mi davano tutte le medicine più classifiche dell’influenza, mi facevano i tamponi, era ancora periodo Covid. Niente, tutto apposto. Finché han chiamato un neurologo, perché lì han cominciato a spaventerai che potesse essere qualche malattia generativa. E quando arrivò il neurologo mi fece questa visita e mi disse: ‘Guarda, ho due notizie: una brutta e una bella: quella bella è che non c’hai nessuna malattia generativa, quella brutta è che hai una forte depressione‘. Come la depressione, ho detto io non sono depresso, io sono uno che reagisce no? Gli ho detto pure: ‘Io la depressione pensavo fosse quando stai al buio, che non hai voglia di fare niente’. Lui mi ha detto tu tutte queste cose qua, le hai represse per troppi anni. Reprimendo tutti questi attacchi di panico, questi problemi, andando avanti, sfidando la vita ogni volta, senza fermarti mai, la depressione ha deciso di spegnerti il cervello e di aggredire i tuoi muscoli. E quindi, mi ha preso a livello muscolare.

E io inizialmente mi chiedevo, perché proprio a me, poi sai, io ho avuto una mamma che ha combattuto contro il cancro, e dico ‘Perché proprio a lei?’, cioè anche a lei, lì si poteva fare la stessa domanda. Quindi devi accettare quello che ti fa incontrare la vita e devi solo cercare di reagire. Per cui, inizialmente, quando mi han detto devi prendere dei farmaci o detto ‘No, io mica son pazzo’. Perché poi anche lì, uno lo “psicofarmaco” pensa alla pazzia, ma non è pazzia.

Allora, le mie giornate le passavo solo ed esclusivamente sul divano, perché io per i dieci giorni successivi dall’inizio del farmaco, non riuscivo a camminare. Mi sforzavo di mangiare, quindi mi alzavo, andavo in cucina mi sedevo, ma poi dovevo ma avevo paura addirittura di farmi una doccia cose, ero spaventato a morte. Sono stati dei giorni tremendi, perché intanto i primi dieci giorni prima di iniziare a curarmi pensavo di morire. Infatti dissi a Laura, ‘Cavolo non ti ho neanche sposata. Pensa dentro di me pensavo ‘Adesso morirò’, e lei non avrà neanche i suoi diritti“.