Superbonus, ultime novità cessione crediti del 2022 in vista della scadenza della comunicazione all’Enea al 31 marzo 2023: si fa avanti l’ipotesi che la pratica delle due opzioni (considerando anche lo sconto in fattura) si possa fare anche se non sia già avvenuta la conclusione dell’accordo di cessione, ma con la semplice istruttoria. Il governo è al lavoro per salvare i crediti d’imposta sui bonus edilizi relativi alle spese sostenute nel 2022 e alle rate residue del 2021 e 2022 in vista della scadenza della presentazione della comunicazione all’Agenzia delle entrate delle due opzioni. Il decreto Milleproroghe aveva già fatto slittare la scadenza dell’adempimento dal 16 marzo al 31 marzo prossimi: termine che ora il governo fa fatica a spostare ulteriormente per la nuova scadenza dell’invio dei dati all’Eurostat, fissata per il 1° aprile 2023. In quest’ottica, in ogni modo, la maggioranza starebbe cercando delle soluzioni di compromesso, anche per spostare le singole scadenze relative alle società, alle partite Iva, agli amministratori di condominio e ai commercialisti. Se non si comunicassero in tempo le avvenute cessioni dei crediti dei bonus edilizi dello scorso e degli anni passati, gli investitori rischierebbero di perdere il beneficio fiscale accumulato con i lavori di ristrutturazione.
Superbonus, ultime novità cessione crediti 2022 al 31 marzo 2023: potrebbe slittare la scadenza e come
È corsa contro il tempo per il governo e i partiti della maggioranza e dell’opposizione per salvare le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi sulle spese maturate nel 2022 e per le quote residue degli anni 2021 e 2020. Entro il 31 marzo 2023, chi si è avvalso in questi anni della cessione crediti lo deve comunicare all’Enea per certificare il beneficio fiscale derivante dai lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico sul proprio immobile. La scadenza prossima tuttavia – anche in considerazione dell’entrata in vigore del decreto di blocco crediti del 17 febbraio 2023 – mette forte pressione sui soggetti creditori dei bonus (soprattutto imprese e privati contribuenti) di riuscire in tempo a cedere il credito, anche per le difficoltà che si stanno riscontrando da mesi nel trovare un acquirente (in particolare, le banche) disposto a comprare. Se non si riuscisse, per i creditori dei bonus non rimarrebbe altro che procedere con l’uso dei crediti maturati in detrazione Irpef nella dichiarazione dei redditi in quattro, cinque o dieci annualità a seconda della tipologia di bonus edilizio. Per questo motivo, il governo – e anche il relatore del decreto di blocco dei crediti del 17 febbraio scorso, Andrea de Bertoldi, di Fratelli d’Italia – stanno cercando di allungare il calendario delle comunicazione all’Enea per concedere più tempo ai creditori di vendere i propri bonus o di procedere con la sola istruttoria entro il 31 marzo.
Ipotesi comunicazione sconto in fattura bonus edilizi anche per cessioni non concluse: ecco di cosa si tratta
Tra le ipotesi, dunque, di modifica del calendario di comunicazione all’Agenzia delle entrate delle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura del superbonus e degli altri bonus edilizi vi sono le seguenti scadenze:
- entro il 28 aprile 2023 la proroga della scadenza proposta dai commercialisti per i dati occorrenti al 730 precompilato ed entro il 16 ottobre prossimo per le informazioni relative alle società e alle partite Iva;
- scadenza al 17 aprile per gli amministrazioni dei condomini per comunicare le cessioni crediti e gli sconti in fattura maturati su lavori effettuati sulle parti comuni dei condomini.
Siffatto calendario, tuttavia, incontrerebbe difficoltà nel tagliare la scadenza del 1° aprile 2023 fissata per le comunicazioni dei crediti all’Eurostat. La soluzione più probabile, allora, sarebbe quella di concedere ai creditori la possibilità di poter effettuare la comunicazione all’Enea (entro il 31 marzo 2023) delle cessioni crediti per le quali sia stata già avviata l’istruttoria per l’operazione presso il cessionario (ad esempio, la banca), anche se non si è ancora arrivati alla conclusione dell’accordo. Su questa ipotesi, il Parlamento lavorerà martedì 7 marzo in sede di approvazione degli emendamenti al decreto di blocco crediti numero 11 del 17 febbraio scorso.