Vandali imbrattano l’area archeologica di Alba Fucens, alle pendici del monte Velino in Abruzzo. La denuncia è arrivata da parte della Direzione Regionale dei Musei d’Abruzzo che ha segnalato il triste gesto ancora a carico di ignoti.

Alcune persone, hanno infatti, imbrattato con delle scritte, realizzate con vernice spray blu, alcune antiche pietre del sito archeologico, che si trovano nei pressi della chiesa di San Pietro in Albe.

L’amara scoperta, sintomo di una totale mancanza di rispetto e di cultura per un luogo in cui si può respirare storia, e in cui ciascuna singola pietra potrebbe raccontare delle innumerevoli genti passate per quella che è una della perle più preziose e apprezzate della Marsica, ha fatto scattare l’immediata denuncia da parte della Direzione Regionale Musei Abruzzo. 

“L’altra notte, spiega la Direzione Regionale Musei Abruzzo, l’area archeologica di Alba Fucens, a Massa Albe, è stata imbrattata da vandali privi del rispetto che merita il nostro patrimonio culturale. Come sempre, quanto prima, conclude la Direzione, procederemo alla denuncia presso le autorità competenti e rimuoveremo le scritte per ripristinare la bellezza del sito”.

Amareggiati e indignati anche i commenti delle molte persone che hanno appreso la notizia. In tanti si chiedono perché un luogo storico così prezioso per tutto l’Abruzzo come Alba Fucens non venga protetto in maniera più attenta e perché non ci sia un apparato di videosorveglianza che registri l’accesso delle persone all’area invece di essere lasciato sempre libero e aperto a chiunque.

Alba Fucens vandali imbrattano l’area archeologica: la storia del sito

Alba Fucens, oggi nel comune di Massa d’Albe, in Abruzzo, era una antica città italica che sorgeva in alto, a quasi 1000 metri sul livello del mare, ai piedi del Monte Velino, a 7 km circa a nord di Avezzano.

La città dominava tutte le vallate circostanti, per cui aveva notevole importanza per il dominio dell’Italia centrale.

Il suo nome secondo alcuni deriva dalla posizione dell’abitato dal quale si poteva ammirare l’alba sul Lago del Fucino, per altri probabilmente vi era un antico culto della dea Alba, corrispondente alla greca Eos.

La città sorgeva presso l’antico lago Fucino le cui acque lambivano il suo territorio, come fu scoperto nel 1973 rinvenendo un cippo presso Luco dei Marsi.

Alba Fucens è famosa soprattutto per il suo splendido anfiteatro incastonato tra i monti, ma l’intera area è molto interessante.

Gli scavi hanno infatti riportato alla luce parte dell’abitato, circondato da mura in opera poligonale e suddiviso in isolati regolari al cui interno sono collocati gli edifici pubblici e privati.

Sulle pendici della collina di San Pietro, sulla quale sorgeva il tempio di Apollo, troviamo il famoso anfiteatro, realizzato all’inizio del I sec. d. C. e di cui è ben visibile la cavea lungo il colle Pettorino sulla cui sommità era situato un altro tempio.

Il percorso di visita del sito archeologico si snoda attraverso il centro monumentale della colonia; i principali assi stradali, via del Miliario, via dei Pilastri e via dell’Elefante, delimitano l’area centrale, dove si trovano gli edifici pubblici: da nord a sud, troviamo il foro, lungo ben 142 metri e largo 43,50, la basilica, luogo dedicato agli affari e alla giustizia e fra la basilica e le terme si intravede il mercato.

Diversi poi gli edifici religiosi nella zona e fra i principali ricordiamo il Tempio di Apollo, il Tempio di Iside e appunto il Santuario di Ercole.  Il Tempio di Apollo fu successivamente trasformato in chiesa cristiana ed è per questo che è conosciuto anche come chiesa di San Pietro.

L’aspetto peculiare del sito è il meraviglioso paesaggio che offre splendidi panorami affacciati sul’intera Piana del Fucino e sul Monte Velino.