È giallo nel Bolognese, dove un oculista aretino di 66 anni è stato trovato morto, negli scorsi giorni, nel giardino condiminiale dello stabile di San Lazzaro di Savena dove abitava. Sembra infatti che gli inquirenti stiano rivedendo la loro prima ipotesi, quella che potessi essersi trattato di un suicidio, e abbiano iniziato ad indagare per omicidio. Sarebbe stata un’anomalia della pistola rinvenuta accanto al corpo della vittima, in particolare, a far cambiare loro pista, tanto che la Procura di Bologna starebbe per aprire un nuovo fascicolo d’indagine.
Oculista morto Bologna: la Procura indaga per omicidio
È stato davvero un suicidio a causare la morte di Paolo Borri o si è trattato invece di omicidio? È questa la domanda che continua ad assillare gli investigatori che, da giorni, lavorano al caso dell’oculista aretino di 66 anni trovato morto in un giardino condominiale di via del Seminario, a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, dove l’uomo abitava. La vittima, la cui morte è stata accertata il 15 febbraio scorso, sarebbe deceduta a causa di un colpo di pistola alla testa. Per questo gli inquirenti avevano subito ipotizzato che potesse aver compiuto da sola l’estremo gesto. Ma un’anomalia dell’arma rinvenuta accanto al suo corpo li avrebbe ora portati a cambiare pista.
Secondo gli accertamenti condotti sulla Glock, regolarmente detenuta dalla vittima, sarebbe infatti emerso che la pistola aveva solo un colpo in canna al momento dello sparo, quello appunto che avrebbe ucciso il 66enne: nel momento in cui una pistola di quel tipo esplode l’ultimo colpo, però, il cane dell’arma rimane aperto, mentre quello della pistola di Borri era chiuso. Dettaglio che potrebbe indicare un malfunzionamento dell’arma oppure, come gli inquirenti cominciano a sospettare, la presenza di terze persone sul luogo del delitto. Ecco perché la Procura di Bologna starebbe per aprire un nuovo fascicolo d’indagine per omicidio.
Chi era Paolo Borri, il 66enne aretino trovato morto
Originario di Arezzo, Borri si trovava a Bologna dai tempi del liceo: dopo gli studi, aveva deciso di rimanervi per intraprendere la propria attività ed aprire il suo studio oculistico, situato al primo piano di una palazzina di via Emilia, sempre a San Lazzaro, dove la sua vita è stata stroncata. “Non sappiamo davvero cosa dire, siamo arrivati dall’America appena ci hanno informati – ha raccontato il cognato della vittima, Frank Savoretti, al Resto del Carlino -. Io e mia moglie, sorella di Paolo, viviamo in Rhode Island, ma abbiamo sempre avuto contatti quotidiani con lui su FaceTime. Questa terribile notizia ci ha colti del tutto impreparati e non sappiamo cosa pensare, come abbiamo detto anche ai carabinieri. Paolo era un professionista affermato, amante del suo lavoro e con tanti progetti. Mai abbiamo notato in lui intenti suicidari”.
“Aveva perso la madre pochi mesi fa – prosegue -. Lei viveva qui con lui, ma in un altro appartamento, e lui se ne era sempre preso cura da vicino. La accudiva anche per conto di mia moglie, che essendo a migliaia di chilometri di distanza non poteva farlo sempre personalmente. Da qualche tempo, con l’aggravarsi delle condizioni di mia suocera, si era deciso di prendere una badante e Paolo ci aveva detto che aveva intenzione di tenerla con sé anche dopo la morte della madre, per farsi aiutare nelle faccende domestiche”. L’ipotesi del suicidio non convincerebbe, quindi, i familiari. “È strano che una persona che aveva appena deciso di tenere una domestica e aveva tanti progetti abbia deciso, dal nulla, di farla finita – conclude Savoretti -. Più di questo a ora non ci sentiamo di dire, certi che le indagini faranno chiarezza e ci daranno tutte le risposte in qualsiasi caso”.