Il Superbonus 110 per cento rischia di affossare imprese e appartamenti. Il blocco della cessione del credito potrebbe avere una conseguenza catastrofica per milioni di famiglie.
Il pignoramento potrebbe scattare tanto per la casa, quanto per l’azienda a causa dell’omessa regolarizzazione degli importi piovuti dal cielo per l’effetto delle nuove regole governative.
I problemi sull’imminente rischio di pignoramento e fallimento sono stati registrati già dallo scorso novembre 2022, in seguito alla scarsità delle risorse delle famiglie e al blocco dei pagamenti per le imprese.
Per questo, nelle ultime settimane presso la sede dell’Uese Italia sono arrivate e stanno giungendo raffiche di lettere, per slegare il nesso tra aziende costruttrici e intermediari che hanno anticipato il capitale per risanare gli edifici.
Superbonus 110 alto rischio pignoramenti e fallimenti a catena
A mettere in chiaro questo ed altri punti Giuseppe Izzo ceo di Uese Italia spa, l’impresa impegnata nella fase di assistenza per le aziende che richiedono il rilascio della certificazione Soa.
Il panorama degli ultimi mesi non è cambiato di una virgola, anzi per certi versi è peggiorato, cantieri fermi affiancati allo stop della progettazione di ristrutturazione, riqualificazione energetica e sismica, per cui non si prospetta una ripresa futura.
Izzo spiega, che i gli invertenti sugli immobili sono bloccati per l’assenza delle risorse, ovvero le aziende non ricevono i pagamenti.
In questo quadro, il problema non è solo quello de cantieri fermi, ma soprattutto, delle famiglie che hanno avviato lavori di ristrutturazione e si ritrovano con un progetto del tutto fermo.
Un problema molto grave che mette a rischio di pignoramento milioni di famiglie, come evidenziato anche da Money.it.
Stop Superbonsu allarme case e imprese
Appare chiaro che lo scenario è gravissimo, le famiglie e imprese si trovano ad affrontare una condizione terribile di stallo con evidente rischio di pignoramento degli appartamenti e fallimento delle imprese. Ed è questo il primo frutto del blocco della cessione del credito prodotto dalla nuove regole governative imposte per il Superbonus 110.
Un disastro annunciato da tempo, e secondo Izzo è questo il motivo principale della quantità abnorme di missive trasmesse da intermediari che avevano accelerato il percorso di ristrutturazione anticipando le prime spese sugli interventi da realizzare in edilizia, ma che ora si ritrovano a richiedere la rescissione dalle imprese costruttrici.
Purtroppo, il timore che la situazione potesse degenerare si è trasformato in realtà e nei prossimi mesi potrebbe amplificarsi il caos che avvolgere famiglie e imprese.
Secondo numerosi esperti, la situazione non migliorerà all’improvviso, anzi è palese l’alto rischio di pignoramenti e fallimenti a catena. A questo punto, il governo italiano dovrebbe intervenire con lo stanziamento di fondi diretti a salvaguardare famiglie e imprese.
La pignorabilità del credito
Altro punto da sottolineare, la presenza della pignorabilità del credito futuro, infatti, la Cassazione nella sentenza n. 15141/2002, ha spiegato la concreta possibilità di soddisfare il credito inesigibile ed illiquido, per cui pignorabile a tutti gli effetti di legge.
Il legislatore ha previsto la pignorabilità di crediti futuri certi e liquidi. Nello specifico, come riportato da brocardi.it, l’articolo 553, commi 1 e 2, del Codice di procedura civile recita:
“Se il terzo si dichiara o è dichiarato debitore di somme esigibili immediatamente o in termine non maggiore di novanta giorni, il giudice dell’esecuzione le assegna in pagamento, salvo esazione ai creditori concorrenti. Se le somme dovute dal terzo sono esigibili in termine maggiore, o si tratti di censi o di rendite perpetue o temporanee, e i creditori non ne chiedano d’accordo l’assegnazione, si applicano le regole richiamate per la vendita delle cose mobili”.
Alto rischio pignoramento Superbonus: così si affossano imprese e famiglie
Il nuovi provvedimenti governativi hanno serrato i fondi del Superbonus 110, gli effetti immediati si ripercuotono sulle famiglie pressate dalle richieste delle risorse per completare gli interventi di ristrutturazione. Parliamo di un importo che in alcuni casi sforano i 30.000 euro, sicuramente non somme di denaro reperibile in breve e, soprattutto, visto i tempi appare difficile che le famiglie possono tener testa a quest’onere.
È, altresì, evidente che l’avvio dei lavori è partito con l’avallo della garanzia della cessione del credito, difficilmente l’assenza di questa misura avrebbe permesso alle famiglie di “pensare” di ristrutturare casa.
Il debito prodotto dall’omesso pagamento per il completamento dei lavori può essere pignorato. Le prospettive future sono drammatiche, si ipotizzano milioni di appartamenti pignorati e venduti all’asta. Oltretutto, 50.000 aziende rischiano il fallimento per l’assenza di risorse.