Bandecchi a Radio Deejay ritorna sulla scena che l’ha visto protagonista con parte della tifoseria che l’ha insultato. Il presidente della Ternana e segretario di Alternativa Popolare con la quale è candidato a sindaco della città di Terni, ha cercato di spiegare il suo stato d’animo attuale e quello che che l’ha portato a fare quella scena con i tifosi. “Sputi ai tifosi? Non mi pento della reazione perché era la terza volta che mi sputavano. Chiedo però scusa a tutti gli italiani per bene che hanno dovuto assistere a quella scena“, dice subito il patron della Ternana che poi spazia un po’ su tutto.

Ospite ai microfoni di Deejay football club, trasmissione condotta da Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni su Radio Deejay, il presidente della Ternana Stefano Bandecchi ritorna sull’episodio incriminato. “Non mi sono pentito di quanto successo perché è la terza volta che i miei tifosi mi sputano – ha affermato Bandecchi -. Nella mia vita ho fatto di tutto per non essere sputato. Da bambino mi sputavano, quando ero un poverello e non avevo niente. Mi prendevano a schiaffi quando consumavo le matite e facevo la pieghettina ai quaderni. Adesso basta con gli sputi. Io sinceramente odio gli sputi. Però se la gente mi sputa e siamo a distanza… Se fossimo stati vicini credo che sarebbe andata peggio“.

Bandecchi a Radio Deejay. “Sono mortificato”

Sul rapporto con i tifosi rossoverdi e sulla situazione attuale, Bandecchi cerca di approfondire e spiegare cosa è successo non solo nel dopo partita con il Cittadella, ma anche in questi ultimi mesi da quando gli è successo di tutto dal rapporto con parte della tifoseria, con la città e con le indagini della Guardia di Finanza.

Ho un rapporto normale con i tifosi. Tifosi è una parola generica. Come tutte le città d’Italia noi abbiamo tanti tifosi. Quando sono entrato allo stadio domenica c’era un gruppo di persone che mi ha iniziato a insultare dandomi del pagliaccio e dicendomi ‘vai a….’. E poi c’era un gruppo di tifosi che ha applaudito. Ma fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. E di Bandecchi Stefano oggi si guarda l’albero che cade senza domandarsi come mai io pago duemila stipendi al mese. Sono diventato in un mese un criminale, un evasore fiscale, un esaltato e un malato di mente. Sinceramente mi viene da ridere, ogni cosa che leggo di Stefano Bandecchi sembra che tutti facciano la sintesi dell’omino scemo. Io avevo un amico del quale hanno parlato tutti bene e tutti hanno detto che era un poverino. E’ stato ammazzato in casa da 4 persone a calci e pugni. E lui è diventato un eroe perché era morto, io non ho la stessa indole“.

La gestione della piazza. “Come sempre i rapporti nel calcio li complicano i risultati. Vale per qualunque squadra del mondo: se vinci sei un fenomeno, se perdi sei un cretino. In più c’è un altro passaggio: se la squadra vince, il presidente non conta niente. Se invece la squadra perde, è sempre colpa del presidente. Voi non avete idea di quanti presidenti di Serie A, Serie B e Serie C mi abbiano chiamato in questi giorni per dirmi: finalmente uno che ha detto quello che tutti pensiamo, ma che non abbiamo la forza di dire. Io forse avrei preferito non dirlo. Io mi scuso con tutte quelle mamme, con tutti quei papà, con tutti gli italiani per bene che hanno dovuto assistere ad una scena che sinceramente io vorrei che i miei figli non vedessero mai. Su questo sono mortificato e di questo chiedo scusa, però voglio anche dire a tutti che non possiamo vivere in questa nazione sempre piegati. Qui non c’è un progetto industriale, non c’è un progetto energetico, non c’è un progetto per il futuro dei nostri figli, prima o poi qualcuno si deve ribellare a questa cosa. Ci sono anche le rivoluzioni silenziose e per bene, non è che per fare la rivoluzione bisogna per forza ammazzare qualcuno, qui bisogna reagire alle cose che non vanno. E’ inutile continuare a fare le stesse cose perché negli ultimi 30 anni non ce n’è andata bene una e io mi sto ribellando a questa cosa“.

L’indagine della Guardia di Finanza

Sulle accuse che gli sono state mosse dalla Guardia di finanza e da alcuni organi di stampa. “Oggi c’è un articolo su Il Post che dice: Stefano Bandecchi, con le leggi dello Stato si è arricchito e con le leggi dello Stato ha fatto impresa, però non dice che tutte le università d’Italia hanno fatto impresa. Non dice che ci sono università private in Italia, delle quali non faccio i nomi, che hanno il negozio di abbigliamento, non dice che ci sono università statali che hanno la villa che affittano per i compleanni e per i matrimoni. Non dice che l’università che ha meno aziende collegate ne ha cento, tra cui tre-quattro spa e che lo Stato gli dà mezzo miliardo l’anno“.

Il rapporto e il ritorno di Lucarelli

Sul ritorno di Cristiano Lucarelli in panchina. “Ognuno di noi deve avere una scintilla. Se guardate le partite di Serie B di Lucarelli, dalla prima a quando io l’ho mandato via, e poi guardate la partita che ha fatto a Palermo, vi accorgerete che si tratta di un Lucarelli diverso. Ognuno di noi ha una scintilla. Lucarelli per me ha avuto un periodo, entrando in Serie B, di grande maturazione. Non ha affrontato la Serie B nella maniera giusta e a un certo punto ho ritenuto di mandarlo via. Oggi Lucarelli è tornato ed è un altro Lucarelli. Io mi sono innamorato di Lucarelli nella partita di Palermo. Era un Lucarelli attivo, che ha abbracciato tutti i calciatori con affetto e stima a fine partita. Non vedevo questa cosa dalla fine del campionato di Serie C che noi abbiamo stravinto. Lucarelli mi piace, è una brava persona, ma aveva bisogno di una cura e io l’ho curato“.