Pubblicati i risultati dell’ultima ricerca condotta dall’Osservatorio Women in Business, ente di proprietà dell’azienda fintech SumUp: sostanzialmente si tratta di un aggiornamento sul ruolo delle donne nel movimento imprenditoriale femminile in Italia e sulle cause di un ritardo nella parità di genere rispetto ad altri Paesi europei.

Rispetto ai dati raccolti, due spiccano sugli altri: il 56,4% del campione ha infatti risposto di avere timori nell’avviare un’attività imprenditoriale a causa delle maglie della burocrazia; il 35% delle donne intervistate ha invece rivelato di aver paura di fallire.

Ruolo delle donne nelle imprese, Italia molto diversa dal resto d’Europa

1,34 milioni: questo il numero che circoscrive l’imprenditoria italiana al femminile, ossia il 22,2% delle aziende italiane (dati Unioncamere). La media europea è decisamente superiore, il 32%, e l’Osservatorio Women in Business ha scattato la fotografia di inizio 2023 sul tema.

Come si legge nella nota di commento, l’obiettivo dello studio consisteva “nell’individuare come vivono l’imprenditorialità le donne, quali sono gli strumenti abilitanti e gli ostacoli da rimuovere per la crescita femminile nel mondo manageriale”.

Scorrendo la lista dei dati troviamo altri risultato che vale la pena illustrare: tra i motivi che spingono le donne ad assumere il comando di un’attività c’è il desiderio di guidare un’azienda (21%), ex-aequo con la voglia di vedere realizzati alcuni progetti o sogni personali. Risposte molto diverse da quelle delle colleghe europee, ancor più spinte dalla motivazione (35%) e soprattutto dalla voglia di autonomia professionale (54%).

L’obiettivo principale delle donne manager è trovare la cosiddetta “work life balance” (47,5%), ossia l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativi. L’ambizione è molto forte (45%), come detto in apertura a volte frenata dalla prudenza che prevale sull’istinto di fare il passo successivo. Un dato significativo è poi rappresentato dal fatto che nelle aziende a conduzione femminile la forza lavoro è nettamente composta da donne (in un caso su due almeno dal 75%). Ma c’è anche un dato difficile da quantificare numericamente e che fa parte del costrutto sociale moderno: la difficoltà rispetto agli uomini di raggiungere determinati traguardi. Un postulato che, se girato al contrario, trova molto in disaccordo i maschietti.