Il Comandante supremo delle forze alleate della NATO in Europa, ossia il generale dell’esercito statunitense Christopher Cavoli, ha dichiarato che la Russia ha perso più di 200.000 soldati tra morti e feriti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, descrivendo la portata di vittime della guerra come “impressionante”.
Le cifre sono abbastanza paragonabili a quelle diffuse nei giorni scorsi dal ministero della Difesa del Regno Unito, secondo cui sono 60.000 i morti sul campo. Un altro rapporto confermerebbe invece la drastica riduzione del battaglione Wagner, che sarebbe almeno dimezzato rispetto alla sua entrata in scena lo scorso dicembre.
Il tasso di vittime russe è aumentato significativamente dal settembre 2022, quando è stata imposta la mobilitazione parziale
Soldati russi morti in Ucraina, sarebbero almeno 60mila. Perdite anche nel Wagner
Molto spesso si è dunque sottovalutato il risvolto più infelice che si accompagna a quello delle vittime civili: ossia i componenti dell’esercito, tra soldati e generali, morti durante la guerra in Ucraina.
Per quanto concerne le ultime notizie dal fronte, ci sono pareri (logicamente contrastanti) sulla situazione di Bakhmut, il villaggio conosciuto anche con il nome russofono di Artemivsk. La sua posizione strategica nel Donbass, perché da qui le truppe ucraine puntano ad arrivare da nord, è minacciata dal gruppo mercenario Wagner, che rivendica l’accesso al villaggio. Questa mattina fonti russe paventavano l’ipotesi della sua conquista, tuttavia il portavoce del raggruppamento orientale delle Forze armate ucraine nega questa indiscrezione. La città è completamente isolata e in balia di un tira e molla che si trascina da mesi.
Intanto a migliaia di chilometri di distanza, precisamente presso la Corte Suprema Ue a l’Aia (in Olanda), proseguono i lavori per la creazione di un Tribunale speciale che indaghi sui crimini di guerra commessi in Ucraina dalle forze russe, come fortemente richiesto dal presidente Zelensky. Giovedì e venerdì si è tenuta a Kiev una conferenza segreta nella quale sarebbe stato firmato un accordo tra esponenti dell’Eurojust (la Commissione Giustizia di Bruxelles) per la composizione dei membri chiamati a indagare. Al fine di rendere legittimo il lavoro, il Tribunale sarà sostenuto e riconosciuto anche dall’Onu, organismo di cui la Russia è membro.