Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si accinge a tornare in Italia dopo la trasferta mediorientale tra India ed Emirati Arabi Uniti: era atteso il suo intervento di commento sulla strage di migranti avvenuta una settimana fa al largo di Cutro, e la domanda dei giornalisti è stata posta durante la conferenza stampa a Dubai.
La politica ha duramente contestato le dichiarazioni di alcuni esponenti di governo (Rampelli e il ministro Piantedosi in primis), mentre l’opinione pubblica ha criticato il fatto che la premier non abbia espresso a favore dei media alcuna parola di commiato per l’accaduto.
Mi chiedo se in questa nazione ci sia davvero qualcuno capace di affermare che il governo abbia volutamente fatto morire in mare oltre 60 persone, tra cui molti minori.
Meloni: “Ipotesi Cdm su immigrazione a Cutro”
Giorgia Meloni chiede dunque rispetto e serietà quando si tratta di esprimere giudizi sulla pelle dei 69 migranti deceduti nel naufragio di Cutro.
Il primo ministro ha confermato la mancata ricezione da parte della Guardia Costiera del rischio Sar da parte dell’agenzia europea Frontex, in merito alla nave Summer Love su cui viaggiavano quasi 350 persone partite dalla Turchia. Poi ha chiarito che il decreto sulle Ong non può essere addotto come pretesto perché la rotta greco-turca non è presidiata da tali enti, infine ha spazzato via le polemiche sulle dimissioni di Matteo Piantedosi parlando di “non notizia” in arrivo dalle opposizioni, sottolineandone il carattere stucchevole e monotono.
La leader di Fdi si è sbilanciata in seguito, confessando l’ipotesi di un Consiglio dei Ministri da celebrare a Cutro sul tema dell’immigrazione. Ultimo passaggio sulla lettera rivoltale dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, sulla quale Meloni glissa con un diplomatico “Non l’ho ancora letta”.
Il riferimento è alla missiva scritta dal primo cittadino del capoluogo ionico, dai toni di una dura contestazione. “Qui è mancato il governo, ma soprattutto è mancata lei”, così Voce rimarca la discrepanza tra l’assenza di Palazzo Chigi e la presenza dello Stato tramite la figura di Mattarella. Segue un lungo elogio alla solidarietà e alla tempra della comunità provinciale, “colpita da un dolore enorme”.
Ma oltre alla delusione c’è la possibilità di porre rimedio: il sindaco ha invitato Meloni a Crotone “in qualità di mamma e non di premier”, per portare la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e a “osservare quelle bare che ancora non hanno nome ma solo numeri”.
Il sindaco di Crotone scrive a Giorgia Meloni
Queste le parole del sindaco:
Questo popolo aspettava una testimonianza della presenza dello Stato, che è arrivata altissima dal presidente della Repubblica. Ma qui è mancato il governo, è mancata lei presidente. Abbiamo aspettato una settimana. La comunità crotonese, colpita da un dolore enorme, ha aspettato un suo messaggio, una sua telefonata, un suo cenno, che non sono arrivati. Se non ha ritenuto di portare la sua vicinanza come presidente del Consiglio, venga a Crotone a portarla da mamma. In questa settimana i crotonesi si sono stretti nel dolore per le vittime di una tragedia immane. In ogni modo, anche con una semplice preghiera, portando un fiore o un biglietto, hanno voluto manifestare la loro vicinanza e solidarietà. L’umanità probabilmente non farà risalire le classifiche della qualità della vita della nostra città, ma sicuramente rende orgogliosi di appartenere a una comunità che ha saputo dimostrare come la solidarietà e l’apertura verso l’altro siano valori inalienabili e irrinunciabili. Venga a conoscere cosa si è vissuto in un palazzetto dello sport destinato alla vita e che si è trasformato in un luogo di dolore e lacrime. Venga a condividere, da mamma, il dolore di altre mamme, dei figli senza più genitori, di donne, uomini e bambini che avevano una speranza e ora non hanno più nemmeno quella. Non le faccio una colpa di non essere venuta da presidente del Consiglio. Sicuramente avrà avuto altri importanti impegni. Allora venga in forma privata, se ritiene, da cittadina di questo Paese. Venga in questa città, che ha espresso fortissimo il sentimento di restare umani. Di guardare alle persone come tali e non come numeri. Perché quelle bare che non hanno ancora nome non sono numeri. L’aspettiamo.