Che l’Italia non sia un Paese per le imprese giovanili è un tema che va avanti da tempo, con i giovani italiani che sono sempre meno imprenditori. Le azione con la maggior parte dei titolari o soci cosiddetti “Under 35” rischiano di sparire sempre di più nella Penisola, con Infocamere-Unioncamere che traccia un bilancio dell’anno che si è concluso da due mesi. In questo periodo analizzato sono emerse 522.088 aziende giovanili Italia, con il dato che si riduce sempre di più con il passare degli anni: -15.829 sul 2021 (-3,4%) e ben -38.793 sul 2019 (-9,9%). E’ quanto emerge dall’indagine svolta dalla Camera di Commercio dell’Umbria, su dati Infocamere-Unioncamere.

Il calo diventa netto se si allarga il confronto con gli altri decenni, anche quando si va indietro semplicemente di dieci anni. Basta pensare che nel 2011 le imprese giovanili erano 697mila. Basta un rapido calcolo per vedere che in Italia si sono perse, senza nessun rimpiazzo, 174.914 imprese giovanili (-25.1%). Un calo, in base alle volontà dei giovani, che vanno oltre quelli che sono i problemi legati all’invecchiamento nel nostro Paese. Si tratta, non a caso, di problematiche specifiche e sempre meno immediate. Una tendenza complessiva che coinvolge tutto il Paese (rispetto al 2019 le imprese giovanili aumentano solo in Trentino Alto-Adige), ma con valori molto diversi: meno colpite sono le regioni del Nord, mentre sia le regioni del Centro che quelle del Mezzogiorno mostrano cali molto consistenti.

Un altro confronto si può effettuare con il 2019, nel periodo pre pandemico. Proprio nell’anno prima del Covid, fa notare lo studio, la maggior parte delle imprese giovanili era attiva e, complessivamente, toccavano il 9,2% delle imprese in Italia, con cali anno dopo anni che, al 31 dicembre 2022, ‘fotografano’ una situazione di 8,7% di imprese giovanili sul totale delle imprese. Tra quelle in maggiore calo ci sono le imprese dedite al turismo, un settore dove il calo è stato percepito maggiormente. Tra le motivazioni potrebbe esserci il fatto “piattaforme globali”, che hanno creato vantaggi competitivi spesso insuperabili per un giovane che entra nel mercato.

Imprese giovanili in calo: i numeri

Quanto al grado di imprenditorialità giovanile, ossia all’intensità della presenza di under 35 tra i titolari o soci dell’impresa giovanile, al 31 dicembre 2022 per 5.884 aziende è “esclusivo” (ossia il titolare, e gli eventuali soci, sono under 35), mentre per 838 è “forte” e per 178 è “maggioritario”. Dati sottolineati da Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria.

“I dati di questa indagine della Camera di Commercio dell’Umbria, che prende in considerazione tutte le regioni italiane fanno emergere evidenti criticità sulla vocazione imprenditoriale dei giovani. Non è la diminuzione in valore assoluto in sé a preoccupare, perché il numero dei giovani in Italia è in flessione anno dopo anno, ma il fatto che questo calo sia molto più forte dell’invecchiamento della popolazione e che prosegua in modo incessante”.