Naufragio Cutro vittime oggi. Il bilancio delle vittime accertante del naufragio di migranti avvenuto a Cutro sale a 69. Intorno alle cinque di questa mattina, Volontari di vigili del fuoco e protezione civile hanno rinvenuto il corpo di un bambino nelle acque del mare. Del bambino non sono state rese note le generalità, in attesa del riconoscimento che si dovrebbe svolgere nelle prossime ore presso il Palasport di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nella giornata di ieri al Palasport e si è intrattenuto per mezz’ora, raccogliendosi in silenzio davanti alle bare e parlando poi con i parenti giunti in Calabria. Il presidente Mattarella, secondo quanto riferito all’esterno del Palamilone dal mediatore culturale che ha fatto da interprete tra il Capo dello Stato e i parenti delle vittime dal naufragio, ha assicurato che si occuperà della situazione e che gli afghani sono richiedenti asilo e la loro situazione è prioritaria. Proseguiranno ad oltranza intanto le ricerche per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale di presidio a terra della Guardia costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione civile regionale.

Naufragio Cutro vittime oggi, trovato il corpo di un bambino

Si tratta del 15esimo minore trovato morto. Stando ai primi rilievi, il bambino non avrebbe avuto più di 3 anni. Sono ancora una decina i corpi ritrovati senza identità. Saranno avviate a breve le procedure per l’espatrio di alcune delle salme con la presentazione delle istanze da parte dei familiari delle vittime al Comune di Cutro. Intanto il ministro dell’Interno Piantedosi si è lamentato per le critiche ricevute: “Qualunque cosa venga detta in queste ore è destinata a scatenare polemiche. Malgrado la morte imponga il silenzio e la preghiera c’è ancora chi continua con infamanti accuse. Allora lancio un appello smettiamola col tiro al piccione. Sono finiti i congressi dei partiti” ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. Il barcone era partito quattro giorni prima da Izmir, in Turchia  con un carico di cittadini iracheni, iraniani, afghani e siriani. Un aereo del servizio Frontex lo aveva poi individuato in mare e dal porto di Crotone avevano preso il mare due unità della Guardia di Finanza, costrette però a rientrare a causa delle pessime condizioni del mare. Intorno alle 4 era giunta una telefonata internazionale  alla Sala operativa del Gruppo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia da parte della stessa imbarcazione. Il telefonista però a causa di un inglese stentato non era riuscito a fornire indicazioni utili ma gli stessi operatori avevano capito che poteva essere accaduto qualcosa di grave e hanno dato l’allarme. Quando sono arrivati sul posto i soccorritori si sono trovati davanti ad una scena apocalittica. Il barcone di legno si era infranto contro uno scoglio sommerso ad un centinaio di metri dalla riva, rimanendo in balia delle onde che l’hanno spezzato come un fuscello facendo riversare in mare il suo carico umano. Pochi sapevano nuotare e con la corrente in molti non ce l’hanno fatta. La Procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta per ricostruire la dinamica della tragedia, ipotizzando i reati di omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini

Gli agenti della Squadra Mobile di Crotone hanno fermato tre persone con l’accusa di essere gli scafisti  del barcone di migranti naufragato sulle coste del crotonese. Dopo aver raccolto le testimonianze di alcuni migranti a bordo del barcone, indagini della polizia hanno permesso di individuarli. Un altro scafista era già stato fermato in precedenza. Un altro filone delle indagini mira a chiarire se ci sono state lacune nel coordinamento dei soccorsi o omissioni.