Lucio Dalla 4 marzo 1943. Il 4 marzo 1943 nasceva una leggenda della musica italiana: stiamo parlando di Lucio Dalla che con le sue canzoni ha ispirato ed emozionato intere generazioni. Nel 2023 avrebbe compiuto 80 anni, esattamente come Lucio Battisti, nato invece il 5 marzo del 1943. Nati a 24 ore di distanza ed entrambi capaci di rivoluzionare il mondo discografico.

Uno dei brani più famosi di Lucio Dalla è proprio 4 marzo 1943 che però non è una canzone autobiografica come tutti pensano. Presentata per la prima volta al Festival di Sanremo 1971, fu la rivelazione dell’edizione della kermesse canora, dove si classificò al terzo posto. Ma qual è allora il vero significato?

Lucio Dalla 4 marzo 1943: il significato

4 marzo 1943 di Lucio Dalla e scritta insieme a Paola Pallottino racconta la storia di una ragazza madre che ha un figlio con un soldato alleato. Inizialmente il titolo della canzone era Gesubambino (la stessa Pallottino in una intervista all’Avvenire spiegò che voleva essere una dedica a Dalla, rimasto orfano di padre a soli 7 anni), tuttavia venne ritenuto irrispettoso e per questo motivo il maestro Ruggero Cini decise di cambiarlo con la data di nascita del cantautore. Questa non fu l’unica censura prima di essere ammesso al Festival di Sanremo, infatti anche alcune parti del testo vennero cambiate.

La frase “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese” si trasformò in “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese”, mentre “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” venne modificata in “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare”. Infine la frase che concludeva la canzone: “e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” fu modificata con la ormai più nota: “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”.

Il Sanremo che feci nel 1971 diede una svolta alla mia storia. Per la prima volta una mia canzone ebbe un successo grossissimo, sto parlando di Gesù bambino, anche un successo internazionale tra cover e altro. Capii che questo lavoro che stavo facendo allora era un lavoro straordinario per comunicare con la gente. E da allora mi è rimasta questa sensazione dell’istante magico dei tre minuti che possono cambiare la tua vita“, dichiarò Dalla.

Testo ufficiale

Ecco il testo ufficiale di 4 marzo 1943 di Lucio Dalla che conosciamo tutti, quindi con le censure sopra elencate:

Dice che era un bell’uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un’altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L’ora più dolce prima d’essere ammazzato

Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l’unico vestito, ogni giorno più corto
E benchè non sapesse il nome
E neppure il paese
M’aspettò come un dono d’amore
Fino dal primo mese

Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare

E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino