La nostra rabbia è energia rinnovabile“. Anche in Italia, dove sono stati organizzati ben 55 cortei, Fridays For Future indice un vero e proprio sciopero climatico, come non si vedeva da tempo. Così Roma, Milano, Napoli, ma anche città mondiali come Sidney in Australia, o Vienna in Austria le generazioni del futuro sono scese in piazza per ribadire e sensibilizzare sul tema del cambiamento climatico. Una manifestazione che si è tenuta nella giornata in cui l’Unione Europea ha deciso di rinviare nuovamente – a data da destinarsi – la decisione sullo stop ai motori endotermici fissata al 2035. Dopo l’approvazione della plenaria di Strasburgo, diversi Paesi membri dell’unione infatti si sono messi di traverso, chiedendo una innegabilmente necessaria decarbonizzazione, purché sia sostenibile anche per le imprese dei vari Stati.  

Fridays For Future contro la politica

Un appello, quello dei giovani del Fridays for Future che punta il dito apertamente anche verso la politica, chiedendo che tutti i partiti, specialmente quelli che si professano ecologisti o di sinistra, rispondano con un cambio repentino nelle politiche e nelle azioni istituzionali per portare davvero al centro dell’agenda del Parlamento una grande chiazza di colore verde. E le accuse, sono di fuoco: “Una classe dirigente – scrivono i giovani online – che decide di ignorare o non affrontare un problema ormai sotto gli occhi di tutti, è una classe dirigente da cui non ci sentiamo rappresentati. È una scelta politica – scrivono i ragazzi del movimento – ignorare o decidere di non affrontare il problema. È una posizione politica precisa: un conto economico di voti che questo o quell’altro partito si fa, e alla fine l’intera scena politica prende una posizione. Una posizione a nostro parere ben poco lungimirante perché non tiene conto delle evidenti disparità sociali, delle disuguaglianze e dell’inflazione stessa”. I ragazzi italiani, fra le loro richieste, vogliono misure radicali per finanziare le fonti energetiche rinnovabili. Che siano tassati gli extra profitti delle aziende energetiche che stanno guadagnando con la crisi della guerra in Ucraina. E poi investire nelle città, che oggi sono invivibili.

La risposta della politica

La politica ha subito risposto ai giovani manifestanti, soprattutto da parte dei Verdi. In primis l’onorevole Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che ha partecipato alla manifestazione di Roma:

Siamo profondamente preoccupati per l’inazione climatica dell’attuale governo. Non solo stiamo assistendo a una serie di no alla modernizzazione e alla transizione ecologica, ma questo governo sta anche cercando di trasformare l’Italia in un hub europeo del gas e di far dipendere il nostro Paese dalle fonti fossili che sono alla base del riscaldamento globale. Questo è un comportamento irresponsabile che causerà solo danni alle future generazioni“.

Sempre dalla piazza di Roma ha parlato anche il capogruppo dell‘Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, Peppe De Cristofaro:

Siccità, desertificazione, eventi climatici estremi stanno cambiando il nostro pianeta e metteranno a rischio il futuro stesso dei nostri figli. Le risorse naturali sono limitate e l’ecosistema è fragile. Intanto il governo italiano, ambientalista solo a parole e senza alcuna ambizione innovativa, dice no al Regolamento europeo per lo stop di produzione e vendita di auto a benzina e diesel al 2035. Un gravissimo passo indietro. Si devono invece adottare subito politiche per azzerare le emissioni investendo nelle energie rinnovabili, prima che sia troppo tardi, perché è già tardi”

Dai social invece arriva la reazione della deputata del Partito Democratico, Chiara Braga: