Incidente sul lavoro oggi. Non c’è scampo in quel di Brescia, dove ancora una volta un uomo ha perso la vita durante le ore di lavoro, mentre era intento ad effettuare attività di manutenzione in un tratto difficoltoso tra le montagne: alcune rocce, che si sono staccate dalla parete, lo hanno travolto causando la sua morte.

Morti sul lavoro oggi, boscaiolo travolto dalle rocce

Nella tarda mattinata di oggi venerdì 3 marzo, un uomo di 43 anni, dipendente del Consorzio forestale Alta Valle è stato travolto dal alcune rocce che si sono staccate dalla parete delle montagne bresciane. L’operaio stava effettuando dei lavori di manutenzione lungo un tratto ripido insieme a due colleghi.

Morto sul colpo

Sono stati proprio i due colleghi ad aver visto la scena senza poter fare nulla se non chiamare i soccorsi e lanciare l’allarme. La coppia è riuscita a salvarsi a differenza del 43enne che, invece, è morto sul colpo. Infatti, non c’è stato nulla da fare per la vittima che ha perso la vita dopo essere stato preso e travolto da un mucchio di rocce caduto da una parete della montagna. Attualmente, sono sul posto i carabinieri di Breno e i tecnici del soccorso alpino, gli operatori sanitari arrivata con un’eliambulanza da Bergamo che stanno lavorando per capire la dinamica della vicenda nel dettaglio.

L’ennesima tragedia sulle montagne

Nel giro di tre giorni, sulle montagne bresciane si sono verificati casi drammatici: la morte di uno scalatore 24enne in Val d’Avio e la morte del boscaiolo. Il giovane alpinista sarebbe precipitato da oltre 10 metri nell’alta Valcamonica, in Val d’Alvio, mentre era intento a scalare la cascata di ghiaccio della Madonnina. Il ragazzo è morto sul colpo, inutili sono stati i soccorsi. Secondo le indagini effettuate anche grazie alle testimonianze da parte dei compagni di scalata, il ragazzo avrebbe perso un appiglio mentre si arrampicava e di conseguenza è precipitato nel vuoto ma sarebbe rimasto appeso alle corde alle quali era legato. Il momento mortale è avvenuto quando, durante il volo, ha sbattuto violentemente la testa.

Sono sempre di più gli incidenti sulle cime innevate, che si tratti di lavoro o di escursioni, la maggior parte poi sono fatali. Anche il 25 febbraio Christian Cornago e Riccardo Farina, 35 e 38 anni, entrambi originali di Almè, nella Bergamasca, hanno perso la vita mentre erano impegnati in un’ascensione sul canalone che arriva al rifugio Brioschi. Si è trattato di una caduta avvenuta a 2.200 metri di quota sulle montagne lecchesi. Un gruppo di alpinisti, non vedendo più i due ragazzi, ha lanciato l’allarme ma non appena sono arrivati i soccorsi, non hanno potuto fare a meno di constatare il decesso della coppia di amici. Alessandro Spada, capostazione del Soccorso alpino Valsassina-Valvarrone, ha riferito al Corriere della Sera: “La tragedia si è consumata all’altezza di un passaggio molto tecnico, ma le condizioni della montagna in questo periodo non sono proibitive. Però bisogna essere molto preparati per affrontarla”.

Qualche settimana fa, invece, sul Monte Motto a Livigno, uno scialpinista di 48 anni è morto. L’incidente è accaduto nella mattinata di Sabato 11 Febbraio 2023, poco dopo le ore 11:30. Una valanga ha travolto la vittima che successivamente è stato spinto a valle per centinaia di metri. Il 48enne stava sciando ad una quota di circa 2.600 metri ma la slavina lo ha portato in un canalone circa 750 metri più in basso. Nessun soccorso è stato utile, nonostante la tempestività, per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

Poi ancora sul Grignone, Francesco Luiso, 33enne di origini napoletane ma residente a Milano, è rimasto vittima di una salita nel Canale Ovest: l’alpinista è scivolato ed è precipitato per alcune decine di metri. Anche per lui non c’è stato nulla da fare, inutili sono stati i soccorsi.