Alfredo Cospito torna a far parlare di sé attraverso una lettera (risalente a gennaio) scritta dal carcere di Opera. Nelle missiva in questione, l’ex anarchico fa sapere di essere “pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis”. Ricordiamo che l’uomo è in sciopero della fame da oltre quattro mesi per protestare contro il carcere duro.
La lettera di Cospito: “Non ci sto ai vostri sporchi giochi”
Nella lettera, scritta in stampatello, emerge tutta la rabbia di Cospito nei confronti dello Stato:
Ora tocca a me, prima mi avete mostrificato come il terrorista sanguinario, poi mi avete santificato come l’anarchico martire che si sacrifica per gli altri, adesso mostrificato di nuovo. Quando tutto sarà finito, non ho dubbi, portato sull’altare del martirio. Grazie, non ci sto ai vostri sporchi giochi politici non mi presto.
L’ex anarchico si dice inoltre convinto che la sua morte “porrà un intoppo a questo regime (il 41 bis, ndr) e che i 750 che lo subiscono da decenni possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto”.
“Rivendico con orgoglio le mie azioni”
Dopo l’invettiva nei confronti dello Stato, Cospito si dice orgoglioso delle azioni che l’hanno portato in carcere. Questo il passaggio:
Ho sempre rivendicato con orgoglio le mie azioni (anche nei Tribunali, per questo mi trovo qui) e mai criticato quelle degli altri compagni, tanto meno in una situazione come quella in cui mi trovo. Non mi sono mai associato ad alcuno e quindi non posso dissociarmi da alcuno, l’affinità è un’altra cosa.
Poi aggiunge che non cederà a nessun ricatto:
Porterò avanti la mia linea fino alle estreme conseguenze non per un ricatto ma perché questa non è vita. Se l’obbiettivo dello Stato italiano è quello di farmi dissociare dalle azioni degli anarchici fuori, sappia che io ricatti non ne subisco da buon anarchico”.