Crollo nascite: nel 2042 saranno 2 milioni gli studenti in meno, a causa dell’inverno demografico, numeri che non risparmieranno cambiamenti importanti nel mondo della scuola. Meno nascite, meno studenti, in un Paese che continua ad invecchiare. A quali mutamenti va incontro il sistema scolastico? Ne abbiamo parlato con la professoressa Alessandra Minello, ad Open Day, su Radio Cusano Campus. “Chi ha figli nelle scuole è già a conoscenza della riduzione delle sezioni, anche nelle grandi città, ma alcuni territori sono particolarmente colpiti dal fenomeno, penso alle città del Sud e alle aree interne. Ridurre le scuole vuol dire riorganizzare anche i servizi: la mobilità, per spostare gli studenti da un paese all’altro, le mense – ha sottolineato Minello – è un cambiamento che non si limita solo al settore scuola in sé, ma si estende anche in altri ambiti.”
Crollo nascite, la situazione in Italia non è omogenea. Le aree più floride del Paese registrano una fecondazione più alta
Crollo nascite, la notizia non è nuova e le conseguenze sono naturali. “Andiamo in questa direzione da decenni. Le donne in età fertile che si apprestano a diventare genitori sono sempre meno. Pochi giorni fa in una classe di studentesse universitarie ho chiesto se, secondo loro, nascono più figli a Nord che a Sud e hanno risposto a Sud: sbagliato! Siamo abituati a vederla così, ma di fatto il Sud si sta spopolando. I figli nascono soprattutto a Nord-Est, in Italia. Dovremmo preoccuparci quindi di aree del Paese dove si stava investendo – ha aggiunto Alessandra Minello – più le donne partecipano al mondo del lavoro più sono feconde: i figli nascono dove c’è maggiore ricchezza, le coppie dove i due hanno un contratto a tempo indeterminato è più facile che decidano di mettere al mondo figli. E’ un aspetto cruciale, per questo le aree più floride hanno una fecondazione più alta. Le aree che attraggono più migrazione hanno una fecondità più alta, e comunque dall’inizio della pandemia alla crisi economica la presenza di stranieri si è ridotta. Le famiglie straniere si adeguano al contesto nel quale vivono e subiscono le carenze nel contesto”.
Un’occasione per ripensare la scuola
“Il problema può essere usato per ridefinire alcuni aspetti legati alla scuola: il riuso degli spazi ad esempio, in alcune aree d’Europa i giardini scolastici vengono usati come parchi dopo la fine dell’orario scolastico – si è congedata Minello – la scuola va ripensata in termini di orari, distribuzione del tempo, del lavoro familiare, e stabilità rispetto stipendiali”.