Ameba mangia cervello. Si sarebbe verificato un altro caso di morte a causato da un’infezione dell’Ameba mangia cervello, ma le indagini sono ancora in corso per accertare con sicurezza quanto accaduto. L’episodio fatale sarebbe avvenuto in Florida e la notizia è circolata per mezzo di una nota da parte del Dipartimento della Salute.
Ameba mangia cervello uccide un uomo infettato
In Florida, contea di Charlotte, un uomo sarebbe vittima di un’infezione scatenata dall’Ameba mangia cervello. Nello specifico, nella nota pubblicata dal Dipartimento della Salute, c’è scritto che il soggetto avrebbe contratto la “Naegleria fowleri” a seguito, probabilmente, di pratiche di risciacquo dei seni nasali con acqua di rubinetto. Nel documento, inoltre, si legge: “E’ in corso un’indagine epidemiologica per capire le circostanze specifiche dell’infezione“. Per adesso non ci sono notizie neanche sull’identità del defunto.
Indagine in corso
Attualmente, quindi, non si hanno informazioni certe su quanto accaduto anche se non sarebbe la prima volta che si verificano degli episodi di questo tipo. Nel corso dell’estate scorsa, si sono registrati alcuni casi che hanno fatto preoccupare tutta la popolazione. Secondo gli esperti, l’infezione da ameba mangia cervello, non sarebbe contagiosa ma fatale. Sono queste le prime notizie che riporta il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). Infatti, solo cinque persone sono sopravvissute dal 1962 al 2021.
Cos’è l’ameba mangia cervello
Per capire nello specifico la gravità della situazione, è necessario capire cosa sia l’infezione da Naegleria scatenata dall’ameba mangia cervello. Humanitas spiega che si tratta di un’infezione che si contrae attraverso l’esposizione prolungata, di alcuni giorni, all’acqua che è stata contaminata dal patogeno. L’ameba infetta le persone quando l’acqua contenente il patogeno viene a contatto con il corpo attraverso le vie nasali. Ciò può accadere quando le persone si immergono in ambienti caldi e di acqua dolce o nuotano nei laghi o fiumi.
Il patogeno, una volta entrato nel naso, arriva al cervello e annienta il tessuto cerebrale. “In genere non si può essere infettati da Naegleria fowleri bevendo acqua contaminata”, spiegano gli esperti statunitensi. In casi più rari, però, le infezioni da Naegleria si verificano quando l’acqua contaminata proviene da fonti come l’acqua della piscina che non è disinfettata adeguatamente o l’acqua del rubinetto contaminata che entra nel naso dopo aver immerso la testa nella stessa.
Secondo quanto ha riportato l’Humanitas, l’infezione ha un ciclo vitale che prevede tre stadi: un trofozoita, uno stadio temporaneo flagellato e una ciste. Qualora si riuscisse a capire la gravità della situazione per tempo, esistono delle e i trattamenti per evitare che avvenga una degenerazione. Si parla del farmaco antimicotico amfotericina B.
Altri casi
Negli Stati Uniti sono state registrate di recente diverse morti come quella di un adolescente in Florida, di un uomo in Iowa e di un bambino in Nebraska. In passato, anche altri casi si sono verificati: un 13enne americano ha contratto il parassita della Naegleria Fowleri mentre era in vacanza con la sua famiglia, in Florida. Il decesso è avvenuto poco più tardi della contrazione dell’infezione, ma i genitori ne hanno parlato di recente così da essere un esempio riguardante la malattia rara che però è mortale. La famiglia ha raccontato che il bambino era andato a nuotare in un lago ed è proprio durante quel bagno che è venuto a contatto con il parassita e il giorno dopo l’incontro ha iniziato ad avere mal di testa e sintomi come nausea e vomito.
Nel 2019, invece, è morta una bambina di 10 anni dopo un bagno in un fiume, in Texas. Poi ancora, nel 2018 un ragazzo di 29 anni, Fabrizio Stabile, giovane che veniva dal New Jersey, è morto dopo essere stato infettato dal raro parassita con cui è venuto a contatto dopo una nuotata nella piscina di un resort di Waco, in Texas.