L’imprenditrice Cristina Fogazzi si è messa a nudo sui social per lanciare un nuovo messaggio sulla Body Positivity.
Non è la prima volta che la fondatrice de “L’Estetica Cinica” e “VeraLab” affronta pubblicamente un tema così importante come quello dell’accettarsi così come si è.
Conosciuta da tutti come l’estetista cinica, Cristina Fogazzi è riuscita a trasformare la sua azienda in un vero e proprio impero sulla cosmetica eppure non ha mai nascosto di essere una donna come tutte le altre, che combatte contro la cellulite e vari inestetismi cutanei.
Ancora una volta, come aveva già fatto in passato, l’imprenditrice e influencer non ha avuto paura di posare svestita sui social, condividendo con milioni di follower alcune immagini che la ritraggono in reggiseno e mutandine mentre mostra con ironia la sua forma fisica.
Le immagini di Cristina Fogazzi per la body positivity: il racconto personale dell’estetista cinica
Pubblicando su Instagram alcune foto in cui si presenta svestita, l’estetista cinica ha condiviso una lunga riflessione con i suoi tantissimi ammiratori e parla anche del suo passato.
Come aveva già fatto scrivere sull’albero di Natale collocato in piazza Duomo a Milano e sponsorizzato dalla sua azienda “VeraLab” con la frase “We wish you to be yourself“, l’imprenditrice è tornata a ribadire sui social che è fondamentale amare se stessi, qualunque sia il proprio aspetto fisico.
Per farlo, oltre a pubblicare le immagini già descritte poc’anzi, ha anche condiviso con i follower alcuni ricordi sulla sua adolescenza:
“Ho sempre odiato la mia pancia e quei due cuscinetti sui fianchi. Ho messo la prima pancera a 16 anni per andare per la prima volta a festa “da adolescenti”, quelle dove si limona per capirci. Io non bevevo per non far gonfiare la pancia. Avevo un tubino nero aderente di Benetton, pesavo 50 chili e stavo chiusa in una pancera comprata da mia mamma al mercato del paese”.
Cristina Fogazzi, ha continuato, poi, raccontando di aver provato ogni rimedio esistente per avere una pancia piatta e in proposito ha detto:
“Dopo quella prima pancera ho preso integratori pancia piatta, fatto diete pancia piatta, addominale pancia piatta, ho comprato pastiglie pancia piatta e fatto ogni sorta di trattamento estetico panciapiattizzante esistente. Ho visto la mia pancia uscire dai jeans a vita bassa, sporgere dai pantaloni a vita alta, arrotolarsi sopra i bikini.”.
Come l’estetista cinica ha imparato ad accettarsi, le sue parole
Nonostante l’estetista cinica racconta di aver avuto un rapporto conflittuale col suo aspetto fisico, col tempo confessa di aver preso sempre più consapevolezza di sé e del suo corpo, arrivando a delle importanti considerazioni.
Ecco cosa ha riferito in proposito:
“Oggi sono qui. Con la mia pancia e quasi 49 anni. La mia pancia ha modificato la qualità della mia vita? No. Ha determinato il mio successo o la mia vita sentimentale? No”.
Nel lungo messaggio per la body positivity, Cristina Fogazzi svela di averne tratto un importante insegnamento che può essere d’aiuto e sostegno per tutti coloro che non riescono ancora ad accettarsi.
Ecco le sue parole:
“Se tornassi ai miei quindici anni taglierei quella pancera insopportabile e spiegherei a quella ragazzina che va bene così, che non avrà mai la pancia piatta e che avrà altro, molto altro (le direi anche che sta per limonare con un cretino, ma ok, non roviniamole la sorpresa). Ci fissiamo su un piccolo dettaglio di noi, ci accaniamo su quel fianco, su quel ginocchio, su quel rotolino con una dedizione degna di un miniaturista medioevale e ci perdiamo l’insieme, il nostro essere perfettamente noi. Perché? Perché vogliamo aderire a uno standard che ci hanno messo nella testa a colpi di modelle sempre più magre (negli anni il peso delle modelle è sceso del 23%) e corpi sempre più incredibili. Ultracorpi”.
Poi, l’influencer ha continuato con un rapido excursus sui cambiamenti del concetto di bellezza nel tempo prima di concludere scrivendo:
“Non fatevi convincere che il vostro corpo sia sbagliato rispetto a un canone deciso da un misterioso consiglio di amministrazione della bellezza. E soprattutto non lasciate che questa cosa vi fermi mai, perché fermaci, farci sentire inadeguate è esattamente quello che vogliono”.