Paulo Dybala è pronto a far causa alla Juventus: l’attaccante argentino, ora alla Roma, ha dichiarato di dover percepire ancora dei milioni dal club bianconero. È questo, infatti, quanto emerge dai nuovi interrogatori che il classe 1993 ha tenuto a margine dell’Inchiesta Prisma che vede la Juventus coinvolta: il prossimo 27 marzo partirà il processo, in cui la società bianconera dovrà rispondere della cosiddetta “manovra stipendi”. Intanto, le parole di Paulo Dybala gettano nuova benzina sul fuoco sul divorzio della scorsa primavera.
Dybala pronto a far causa alla Juventus
Paulo Dybala, che ha lasciato la società bianconera dopo sette anni, è pronto a far causa alla Juventus. Nel corso del nuovo interrogatorio tenuto lo scorso 21 febbraio e durato un’ora e un quarto – sempre a margine dell’Inchiesta Prisma – l’argentino ha dichiarato di dover percepire anche 3 milioni circa dal club bianconero: “Non ricordo quando mi è stato pagato l’ultimo stipendio, però so bene che la Juventus mi deve ancora dei soldi”, ha esordito il Campione del Mondo in Qatar 2022.
Poi Paulo Dybala ha proseguito: “Quando abbiamo fatto l’accordo per lo spostamento degli stipendi, sapevamo che se avevo ancora un contratto gli stipendi arretrati li pagavano in aumento su quelli successivi, se invece andavo via mi dovevano pagare subito – riporta La Gazzetta dello Sport – So che ad aprile 2023 la Juventus ha l’ultima opportunità per pagare quei 3 milioni circa. In caso contrario il mio avvocato farà delle richieste per iscritto, anche se io spero di non arrivare a tanto. Rivoglio i miei soldi ma senza fare nessuna causa, evitando problemi per me e la Juventus“. Inoltre, riporta sempre la Rosea, la famosa Carta Dybala – relativa alle scritture private in cui la società bianconera si impegnava a restituire i soldi in caso di addio come incentivo all’esodo – sarebbe stata firmata dalla società bianconera e dallo stesso classe 1993, che quindi, in caso di condanna, rischierebbe anche una squalifica (in questo caso, si teme uno stop di circa trenta giorni). Differenza importante, infatti, con la Carta Ronaldo, in cui la Juventus ha messo la propria firma, mentre manca quella del fuoriclasse portoghese, che quindi potrebbe non essere punito con una squalifica.
Le side letter e la deposizione di Lombardo
Intanto, l’Inchiesta Prisma va avanti. Oltre agli interrogatori ai calciatori, come avvenuto lo scorso febbraio per Paulo Dybala, gli inquirenti hanno sentito anche Maurizio Lombardo, ex segretario generale della Juventus. In questo caso, l’argomento sarebbe stato relativo alle “Side letter”, ovvero gli accordi non depositati. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, Maurizio Lombardo avrebbe così dichiarato: “Valigetta? L’avevo sempre con me. Sapevo che erano documenti che era meglio non uscissero. Non erano depositati, perché potevano generare un impegno a livello di bilancio. Perché altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza. Quando sono andato via ho consegnato tutto a Gabasio. Con Marotta le trattative erano più semplici, chi inizia a creare problemi è Cherubini che cerca di crearsi uno spazio. Quando loro dicevano: “Viene uno a parametro zero ma diamo un milione a un agente io dicevo no e Marotta si rifiutava di firmare. Dopo di lui non c’era più un’operazione che teneva. Paratici ha cominciato a farne sempre più rischiose. Aveva smania di onnipotenza, voleva comprare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre. Il presidente Agnelli era molto coinvolto”.