Quali sono i requisiti per andare in pensione nel 2023? Quanti anni di contributi servono per andare in pensione? L’uscita anticipata a 62 anni, esiste ancora? Quando l’assegno pensione viene garantito dallo Stato italiano? Per un attimo, più di qualcuno, è stato rincuorato dalla possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro a 62 anni, pochi sono stati felici della presenza del requisito contributivo necessario per la pensione. In questo articolo analizzeremo le domande più frequenti e le relative risposte sulle vie che portano alla pensione nel 2023.

 Come saranno le pensioni dal 2023?

L’Ente nazionale di previdenza sociale nella circolare n. 754/2023, ha dato il via alle modalità operative per la richiesta per il pensionamento anticipato con Quota 103. L’intera procedura può essere eseguita dal sito online dell’INPS mediante l’uso delle credenziali digitali.  

La pensione anticipata Quota 103 spetta a chi ha maturato i requisiti di età e di contribuzione – come noto – si ottiene quando si raggiungono 62 anni di età e 41 anni di contribuzione, entro il 31 dicembre 2023.

 Quali sono i requisiti per andare in pensione a 62 anni?

Con decorrenza dal 1° gennaio e al 31 dicembre 2023, i lavoratori potranno anticipare a 62 anni con 41 anni di contribuzione, senza distinzione tra uomini e donne.

La misura non contiene una forma penalizzante, rispetto ad altri trattamenti previdenziali.

Tuttavia, perfezionando i requisiti non si ottiene la pensione, se l’assegno non è più alto di 5 volte il trattamento minimo.

L’uscita anticipata è subordinata dal diverso periodo delle finestre mobili, quali:

  • i lavoratori privati che hanno perfezionato i criteri previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2022, ottengono il diritto alla pensione con decorrenza dal 1° aprile 2023 (regola per i dipendenti privati);
  • i lavoratori pubblici che hanno perfezionato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2022, devono rispettare il termine semestrale di preavviso, per cui ottengono la pensione con decorrenza dal 1° agosto 2023.

Bonus Maroni: che cos’è e cosa cambia per i lavoratori?

È una misura previdenziale che permette di restare sul posto di lavoro ricevendo uno stipendio più alto.

In sostanza, se vengono perfezionati i requisiti per la pensione anticipata, entro il 31 dicembre 2023. Utilizzando il bonus Maroni, i lavoratori possono ritardare l’uscita dal lavoro con un assegno più alto prodotto dalla quota contributiva che viene esonerata al datore di lavoro.

Manca il decreto attuativo che delinea i criteri della misura.

Anticipo pensionistico Ape sociale 2023

Per il 2023 i lavoratori possono contare anche sull’anticipo pensionistico Ape sociale. Coloro che già percepiscono l’indennità previdenziale si trovano a fronteggiare una situazione complessa, in quanto non sono stati previsti i ricalcoli per l’adeguamento dell’importo.

Nel 2023 non è arrivato il ricalcolo dell’indennità, come gli altri trattamenti economici che hanno innescato dei minimi cambiamenti significativi per i pensionati.

È anche vero che non si tratta di una pensione, ma di un’indennità garantita dallo Stato italiano

L’anticipo pensionistico Ape sociale 2023 spetta a chi ha maturato i requisiti di età e di contribuzione – come noto – si ottiene quando si raggiungono 63 anni di età e 30,32 e 36 anni di contribuzione, entro il 31 dicembre 2023.

La legge offre a: disoccupati, invalidi, caregiver e gravosi la possibilità di scegliere l’anticipo pensionistico corrisposto fino al perfezionamento dei requisiti ordinari.

Opzione Donna 2023

La pensione anticipata Opzione donna spetta a chi ha maturato i requisiti di età e di contribuzione – come noto – si ottiene quando si raggiungono 60 anni di età e 35 anni di contribuzione, entro il 31 dicembre 2022.

L’accesso al trattamento previdenziale, occorre perfezionare i requisiti e rientrare nelle condizioni previste dalla legge di Bilancio 2023, quali:

  • caregiver famigliare;
  • invalidità dal 74 per cento;
  • in presenza di un licenziamento o aziende in crisi.

La pensione anticipata viene calcolata con il solo e unico sistema contributivo. Il requisito anagrafico può essere ridotto per le madri, infatti possono richiedere l’adesione al trattamento con i precedenti requisiti le lavoratrici madri a 58 anni con due o più figli, mentre a 59 con un figlio.