Irruzione Polizia Enna. La Polizia irrompe in una scuola durante un’assemblea, i ragazzi avevano organizzato un dibattito sulla liberalizzazione della cannabis. E’ successo in una scuola di Piazza Armerina, in Sicilia, provincia di Enna. L’incontro era stato organizzato dagli studenti e autorizzata dall’istituto. Era il giorno dell’assemblea – una cosa che si verifica una volta al mese come in tutti gli istituti – e per questa occasione i rappresentanti del liceo avevano deciso di avere un incontro con gli esperti dell’associazione associazione ‘Meglio Legale’. Un’iniziativa organizzata dall’istituto, Majorana-Cascino. Nei giorni precedenti la riunione, i rappresentanti degli istituti, avevano organizzato tutto e chiesto l’autorizzazione del dirigente scolastico, che l’aveva concessa. Come da programma così i ragazzi si sono riuniti e hanno fatto intervenire alcuni componenti dell’associazione per avere dei pareri esperti sull’argomento. Durante la riunione però, come ha raccontato Repubblica di Palermo, hanno fatto irruzione le forze dell’ordine. Lo scopo dell’incontro, per i ragazzi, era quello di fare informazione sul tema della cannabis e della sua regolamentazione, e si trattava di un evento organizzato da tempo e approvato dalla Preside dell’Istituto, Lidia Di Gangi, come momento di informazione per i ragazzi. La dirigente, che in quel momento non era presente, ha chiesto subito agli studenti e agli altri partecipanti, come si fossero svolti i fatti.

Irruzione della Polizia in un liceo di Enna durante l’assemblea dei ragazzi, era in corso una riunione con l’associazione ‘Meglio Legale’

La mia scuola è parte lesa, tutti hanno confermato cosa è successo. Sono stata contattata da uno dei docenti che ha attivato un collegamento video. Un rappresentante della polizia mi ha chiesto se l’assemblea che si stava svolgendo fosse autorizzata e io ho confermato. A quel punto mi ha detto che era arrivata in questura una segnalazione anonima”. Era presente anche un dirigente dell’associazione ‘Meglio Legale’, che coinvolge parlamentari e medici, imprenditori e avvocati, giornalisti e semplici cittadini, promotrice del referendum sulla legalizzazione della cannabis e di diversi incontri sul tema su tutto il territorio nazionale. Ma mentre il dibattito era in corso sono entrati alcuni poliziotti che hanno cominciato a chiedere le generalità ai presenti. L’ispezione della Polizia, a quanto pare, sarebbe arrivata a seguito di una segnalazione anonima fatta alla questura di Enna. Quando gli studenti hanno chiesto il perché di quella visita della polizia, la risposta degli agenti è stata “Le domande le facciamo noi”, ha raccontato a Repubblica di Palermo, Lidia di Gangi, il dirigente scolastico presente alla riunione. Nonostante l’interruzione, l’assemblea si è tenuta comunque. Il caso è arrivato alla Camera, con diversi interventi critici da parte dei deputati del centrosinistra. Il tema della legalizzazione della cannabis è all’ordine del giorno nel dibattito pubblico e istituzionale, se n’è discusso anche nelle aule parlamentari. “Le assemblee di istituto sono un diritto garantito degli studenti, offrono la possibilità di approfondire temi d’interesse generale: l’irruzione di oggi si configura come un pericoloso atto intimidatorio nei confronti di ragazzi – molti dei quali minori – che nella serenità delle aule scolastiche si sono visti arrivare gli agenti di polizia. Non si capisce quale possa essere l’imputazione che ha spinto la Questura di Enna a mandare il controllo. Andremo fino in fondo per capire cosa è successo“, ha detto Antonella Soldo, coordinatrice di ‘Meglio Legale’.

L’irruzione della Polizia nella scuola di Piazza Armerina arriva in Parlamento

L’episodio comunque è arrivato in Parlamento. Davide Faraone, deputato di Italia Viva ha presentato un’interrogazione parlamentare. “L’interruzione da parte delle forze dell’ordine di un’assemblea scolastica, autorizzata, per un confronto sulla legalizzazione della cannabis è un fatto molto grave, che merita un approfondimento”. Il parlamentare si è rivolto anche al ministro dell’interno Piantedosi. “A quanto pare anche informarsi, discutere, organizzare un dibattito critico tra le mura della scuola è un problema, se si tratta di un argomento tabù per l’attuale maggioranza. Le scuole sono palestre di democrazia: non c’era giustificazione alcuna per interrompere l’assemblea organizzata dai rappresentanti. Così funziona il proibizionismo: diventa un problema anche conoscere, informarsi e parlare“. Davide Faraone (Azione-Italia Viva) si è rivolto anche al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Antonella Soldo, coordinatrice dell’associazione ‘Meglio Legale’, sostiene a gran voce che “la polizia non deve entrare nelle scuole: sono luoghi dove i ragazzi devono imparare, ma anche esercitare i loro diritti come, svolgere liberamente un’assemblea per approfondire temi socialmente rilevanti. Non c’è nulla di normale nel mandare la polizia a scuola quando non è stato commesso alcun reato. Noi non promuoviamo in alcun modo il consumo delle droghe, né istighiamo la gente a delinquere”.