Disuguaglianze educative: le famiglie meno abbienti aumentano le spese per l’abitazione e riducono quelle per l’istruzione, ma grazie al progetto DOTi, realizzato col contributo dell’Istituto Buddista Italiano Soga Gakkai, il 38% dei bambini e delle bambine in difficoltà riesce a risalire la china. Come? Attraverso una dote. Ne abbiamo parlato ad Open Day su Radio Cusano Campus, con Albertina Petroni, coordinatrice del progetto. “La povertà economica delle famiglie ha un forte impatto sui percorsi educativi di bambine e bambini, la spesa per l’istruzione è in media molto bassa e in diminuzione negli ultimi anni, in particolare nelle fasce più povere della popolazione e nelle regioni del Sud. La forbice nei consumi educativi tra le famiglie di diverse condizioni economiche si allaga nelle regioni del Nord e si restringe in quelle del Mezzogiorno – ha sottolineato Petroni – è per questa ragione che stiamo implementando il progetto DOTI già da tre anni grazie alla collaborazione con l’Istituto Buddista Soga Gakkai. Ad oggi, abbiamo raggiunto circa 1430 bambine e bambini, è un numero che arriverà a 2000, con la fine del 2023, e che continuerà a crescere nel tempo. Il nostro intervento è legato alla consegna di doti educative di vario genere”.
Disuguaglianze educative: qual è l’età media dei bambini e delle bambine coinvolte? In cosa consiste la consegna delle DOTi educative?
Disuguaglianze educative: è triplicato negli ultimi dieci anni il tasso dei bambini in condizioni di povertà educativa. “L’età media dei partecipanti all’iniziativa va dai sei ai sette anni, si tratta di persone che si trovano in una condizione di disagio economico e provengono da famiglie segnalate dalle scuole o dai servizi sociali. 700 bambini, invece, sono stati segnalati da enti esterni, cioè persone che non abbiamo raggiunto coi nostri servizi sul territorio – ha spiegato la coordinatrice del progetto Albertina Petroni – la dote si concretizza in buoni mensa, libri, kit scolastici o altri beni necessari al proseguimento degli studi. Quanto alla fascia dei bambini più grandi, quella che va dai 13 ai 17 anni, abbiamo la possibilità di sostenere la frequenza dei corsi professionalizzanti, una quota di DOTi è volta a sostenere i ragazzi nel sostegno delle passioni e dei talenti: sostegno di corsi e attività artistiche. Il diritto allo studio, nell’insieme, raggiunge una quota importante del 38% circa. L’intervento va a combattere la difficoltà di accesso e di continuità nel percorso scolastico: una cosa importante per noi sarebbe di far sviluppare i propri talenti e passioni ai ragazzi per far leva sulle capacità e contrastare i fenomeni di povertà educativa. “
La storia di Federico
L’Organizzazione raccoglie storie difficili di studenti bisognosi, acuite dalla pandemia, dal conflitto russo-ucraino. “La necessità di garantire il diritto allo studio è molto forte con l’aumento dei prezzi. Federico, ad esempio, era iscritto ad un istituto alberghiero, aveva grandi difficoltà nello studio, i risultati non erano buoni, siamo venuti a conoscenza che oltre a non avere i libri aveva difficoltà a partecipare ai laboratori – si è congedata Albertina Petroni – perché non aveva materiale didattico necessario, dopo aver ricevuto la dote ha fatto sapere di aver potuto studiare e di essersi sentito, per la prima vola, davvero parte della classe”.