Giovedì l’archeologo egiziano Zahi Hawass e il ministro del Turismo dell’Egitto Ahmed Eissa hanno svelato al mondo la scoperta di un lungo tunnel nascosto all’interno della Grande Piramide di Giza. Il corridoio, lungo 9 metri e largo 2, si trova sopra l’ingresso principale, per ora non è chiaro quale fosse la sua funzione.

La camera è stata scoperta dal progetto Scan Pyramids, un programma internazionale che utilizza scansioni laser per esaminare sezioni inesplorate dei monumenti antichi, piramidi in particolare.

Egitto, la scoperta nella Piramide di Giza come gancio turistico

Dedicata al faraone Khufu (più conosciuto come Cheope), appartenente alla IV° dinastia  che regnò l’Egitto dal 2509 al 2483 a.C., la Piramide di Giza è una delle sette meraviglie del mondo ed è alta poco più di 138 metri.

L’antica è stata costruita come camera funeraria reale circa 4.500 anni fa, eppure anche a distanza di millenni le scoperte relativamente minori suscitano grande interesse. L’Egitto spesso pubblicizza le antiche scoperte per attirare più turisti, un’importante fonte di guadagno per il paese nordafricano.  

Ma oltre alla notizia sensazionale in sé legata alla scoperta, il vero valore aggiunto è dato dal fatto che il ritrovamento è stato realizzato da una mappatura molto dettagliata realizzata grazie a una microtelecamera endoscopica. La sua esistenza era già stata ipotizzata nel 2016, ma la certezza è stata raggiunta solo con l’esplorazione odierna.

La tecnica assume il nome di “radiografia a muoni a raggi cosmici” ed è stata sviluppata dagli accademici dell’Università di Nagoya, in Giappone. In breve, essa è in grado di capire le risposte del materiale sabbioso di cui sono costituite le pareti della piramide rispetto alle radiazioni. Le particelle, nel caso in cui vengano assorbite dalla pietra, rivelano la presenza di cavità all’interno della struttura. Tale procedura stata utilizzata per mappare le strutture interne delle piramidi dal 1971, quando è stata utilizzata per la prima volta a Giza.