Contestualmente ai dati sull’inflazione, l’Istat ha pubblicato quelli sull’occupazione in Italia aggiornati a gennaio 2023, con le relative differenze mensili, trimestrali e annuali. Rispetto a dicembre 2022, aumentano occupati e disoccupati mentre diminuiscono gli inattivi.

Il tasso di occupazione sale al 60,8% (+0,1 punti), il tasso di disoccupazione sale al 7,9% (+0,1 punti), il tasso di inattività scende al 33,9% (-0,2 punti).

Vediamo i dati nel dettaglio.

Istat, i dati su occupazione, disoccupazione e lavoratori inattivi

Si capisce che su base mensile gli spostamenti percentuali siano fondamentalmente trascurabili, per via delle cifre elevate in termini decimali.

A gennaio 2023 il dato sull’occupazione porta a 23,3 milioni il numero di lavoratori con un impiego: aumenta in particolare l’occupazione femminile, così come il numero di contratti a tempo indeterminato e la percentuali di occupati over-35. Al contempo, risultano in calo i dipendenti a termine, gli autonomi e i giovani. Confrontando il trimestre novembre 2022-gennaio 2023 con quello precedente (agosto-ottobre 2022), si registra un incremento del numero di occupati (+0,5%, pari a +113mila unità). Il numero di occupati a gennaio 2023 supera quello di gennaio 2022 del 2% (+459mila unità) e coinvolge trasversalmente tutti i principali parametri demografici, su tutti gli over-50 (+323mila) e le donne (+246mila). Il tasso di occupazione femminile (51,9%) resta però ben distante dal maschile (69,7%). Su base annuale emerge infine anche la crescita dei tassi di occupazione giovanile (+0,9% tra i 15-24 anni e +1,7% tra i 25-34 anni).

Diminuisce invece il numero di persone inattive (i cosiddetti “Neet”) e aumentano le persone in cerca di lavoro: queste ultime segnano +1,7% su base mensile tra le donne e i minori di 50 anni., quello giovanile al 22,9% (+0,7 punti). Viene così alleggerita la tendenza opposta su base trimestrale (-1%) e su base annuale (-6,7%). A proposito di inattivi, scendono su base mensile (-0,7%), su base trimestrale (-0,9%) e su base annuale (-3,7%).

I dati Ue e il rapporto Censis

I dati rilevati dall’Istituto di Statistica sono leggermente peggiori di quelli riguardanti l’Eurozona: qui a gennaio il tasso di disoccupazione resta fermo per il terzo mese consecutivo al 6,7%, in prossimità dei minimi storici. Il dato è certificato da Eurostat, l’ente di statistica,  equantifica i disoccupati nell’area euro in 11,288 milioni, (-220mila rispetto a gennaio 2022), che salgono a 13, 227 milioni guardando all’intera Unione Europea: in questo caso il tasso di disoccupazione è pari al 6,1%, anche in questo caso stabile rispetto al mese di dicembre.

Un altro studio che allarga notevolmente l’arco temporale certifica invece un andamento in controtendenza. Si tratta del rapporto Censis-Eudaimon, uno dei principali parametri sullo stato di salute delle aziende italiane: in conclusione, i giovani occupati in Italia sono sempre meno numerosi. Prendendo in esame il decennio 2012-2022 gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti del 7,6% e quelli tra i 35 e i 49 del 14,6%. Sono invece aumentati del 40,8% nella fascia 50-64 anni e del 68,9% quelli dai 65 anni in su. L’età dei lavoratori dunque si alza, mentre per il futuro si prevede una forte diminuzione quantitativa (pari all’1,6% entro il 2040) a causa del progressivo innalzamento dell’età media.