Bonus sconto in fattura e cessione crediti, correttivi in arrivo per salvare le due opzioni dalla data del 16 febbraio entro la quale era necessario aver già iniziato i lavori per beneficiarne: ecco di cosa si tratta. Il governo guidato da Giorgia Meloni sta studiando alcuni correttivi al decreto che, di fatto, ha bloccato la circolazione dei benefici fiscali legati al superbonus 110% e agli altri bonus per le ristrutturazioni. Sono arrivate rassicurazioni a riaprire la cessione dei crediti da Andrea de Bertoldi, relatore di Fratelli d’Italia del decreto di blocco in commissione Finanze della Camera dello scorso 17 febbraio, che proprio in queste ore ha scritto sulla sua pagina “continuo a lavorare per migliorare il provvedimento”. La data da segnare in agenda è il 31 marzo 2023: i crediti comunicati all’Agenzia delle entrate entro questa scadenza (fissata nel decreto “Milleproroghe” per la comunicazione all’Enea e che lo stesso de Bertoldi ha escluso possa essere ulteriormente prorogata) potrebbe contenere misure più flessibili di cedibilità del credito o di applicazione dello sconto in fattura, anche in considerazione del fatto che sui privati – investitori – si sono abbattute le scure di un decreto arrivato nell’arco di pochissime ore. Leggiamo, dunque, quali potrebbero essere le novità relative ai correttivi del decreto 11 del 2023.
Bonus sconto in fattura, correttivi in arrivo per salvare cessione crediti con acconti e preliminari: ecco di cosa si tratta
Le aperture del ministero dell’Economia annunciate nei giorni scorsi sul decreto che ha bloccato lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta del superbonus e degli altri bonus edilizi potrebbero arrivare dai correttivi al provvedimento. Ci sono stati una serie di incontri tra Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, Biagio Mazzotta, Ragioniere generale dello Stato, Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia e i tecnici dell’Agenzia delle entrate per trovare una soluzione ai bonus rimasti incagliati prima che possano decadere. I casi potrebbero riguardare chi ha pagato degli acconti per svolgere lavori di piccola edilizia con i bonus ordinari, quali potrebbero essere quelli sugli infissi e caldaie, senza che gli interventi siano iniziati entro il 16 febbraio 2023: in questo caso, la norma potrebbe cambiare nel senso di prevedere una “prenotazione” degli interventi e delle installazioni, purché per detti lavori – anche se non iniziati – il beneficiario abbia effettuato un acconto, un pagamento o un contratto con data certa. In questo modo, il bonus spettante potrebbe essere ceduto oppure il fornitore potrebbe applicare lo sconto in fattura. Altri casi relativi alle aperture sui bonus riguardano i lavori di demolizione e ricostruzione: chi ha stipulato un preliminare di compravendita di una casa prima del 16 febbraio contando sul beneficio fiscale, oggi è tagliato fuori dall’applicazione dello sconto in fattura sul sisma bonus acquisti o sulla detrazione del 50%. Anche in questo caso, i tecnici del ministero dell’Economia starebbero cercando una soluzione per fare in modo che il preliminare di compravendita o il rogito, acquisiti prima del 16 febbraio scorso ma non registrati – possano dimostrare che l’investimento sia stato fatto prima dell’entrata in vigore del decreto di blocco e, pertanto, suscettibili di sconto in fattura o di cessione del credito.
Superbonus, ci sarà nel 2023?
In ogni caso, si tratterebbe di misure tampone, di una fase transitoria sulla cessione dei crediti e sullo sconto in fattura. Bonus edilizi e superbonus nelle condizioni vantaggiose e modalità in cui sono rimasti in vigore per due anni non verranno replicate. È quanto ha assicurato il ministero dell’Economia che, nella giornata di ieri, lo ha riportato in una nota. “Il governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme – si legge – La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat”. Il riferimento è alla riclassificazione contabile operata dall’Istat sul superbonus e bonus edilizi. Il deficit 2020, secondo i calcoli dell’Istituto di Statistica, è peggiorato dello 0,2%, quello 2021 dell’1,8% e quello del 2022 del 2,4% rispetto alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef). Fin qui il debito “pagabile” secondo la nuova riclassificazione Eurostat che considera l’aumento per cassa, quindi il deficit annuale. La vecchia riclassificazione “non pagabile” del debito, invece, segnala una discesa nel 2022 al 144,7% rispetto al 149,8% del 2021. Un risultato migliore rispetto alle stime Nadef.