Le frasi pronunciate dal Gip Michele Ciociola, che ieri ha firmato l‘ordinanza che ha convalidato l’arresto di due dei tre scafisti che guidavano la barca di migranti naufragata davanti alle coste di Crotone, ha lasciato non poco di stucco i vari media italiani. Tale relazione ha profondamente turbato lo stesso giudice, il quale, durante un’intervista esclusiva all’Adnkronos ha criticato la stampa che avrebbe fatto del “sensazionalismo per qualche frase”
Migranti, gip scafisti contro la stampa
Sono stati diversi i termini desueti utilizzati dal gip durante il il prologo dell’ordinanza. Ciociola ha parlato ad esempio delle bande dei trafficanti di esseri umani come di “immarcescibili e sempre più opulente organizzazioni criminali” che “brindano all’ultima tragedia umanitaria”, riferendosi al terremoto che spingerà, secondo lui, migliaia di persone a fuggire dalla Turchia.
Ma a tal proposito, il giudice si difende:
Mettere sulla graticola una persona perché utilizza un termine desueto mi sembra un esercizio di stile che ha poco a fare con il giornalismo.
Il gip si sofferma poi sulla famosa frase ritenuta poco opportuna dai vari organi di stampa: “In attesa dell’atteso ed osannato turismo croceristico l’Italia per alcuni giorni scopre altri esotici viaggi alla volta di Crotone e dintorni”.
Qualche suo collega invece di pensare ad altro pensa alle espressioni immarcescibili e quant’altro. Non ho altro da dire.
Afferma Ciociola.
Le altri frasi “incriminate”
E non finiscono qui i termini considerati poco consoni dai media. Nell’ordinanza il gip definisce la traversata il “mortifero viaggio” che “ha trovato tragica epifania quanto già in tante occasioni sfiorato e preconizzato. Lungi dall’ergersi alla Cassandra di turno, chi scrive, gravato dagli orrori dell’ultima mareggiata pitagorica, si accinge a vagliare l’ultimo fermo disposto in materia di immigrazione clandestina”, scrive ancora il Gip prima di annunciare di entrare “nel merito delle apprezzande esigenze cautelari”. Per poi convalidare i due fermi degli scafisti, un turco e un pakistano. E di un terzo pakistano, che è ancora irreperibile.