Musica in carcere, un esperimento unico nel suo genere, il primo in Europa che porta la musica a San Vittore. L’Area di Ricerca e di supporto alle attività musicali ed educative a sostegno della persona del CPM Music Institute, diretta da Franco Mussida, ha annunciato l’inaugurazione di un’importante iniziativa, unica nel suo genere anche in Europa, pensata per diffondere all’interno della casa cicondariale musica strumentale di ogni genere, stile, provenienza ed etnia.
Musica nel carcere di San Vittore: l’importanza di questa iniziativa
Musica in carcere, progetto unico al mondo che è stato ideato all’interno del carcere di San Vittore. La musica che entra nell’istituto penitenziario, è selezionata direttamente dai detenuti per fare in modo che in quel luogo di sofferenza possa traspirare, grazie alle note, uno spirito generico di vita e rinascita. Verranno create delle playlist che saranno sicuramente formate da brani originari di tanti paesi del mondo, specie quelli che seguono le rotte migratorie di questo tempo, organizzate dagli stessi detenuti durante i laboratori di “Ascolto Emotivo Consapevole” tenuti da Franco Mussida.
Quando nasce il progetto
L’iniziativa della musica nel carcere di San Vittore in realtà nasce già nel 2013 grazie al progetto CO2 attraverso il quale migliaia di detenuti di ben 11 Istituti penitenziari italiani hanno avuto un approccio più consapevole con l’ascolto della musica strumentale in ogni sua forma: dalla classica al Jazz, dal Pop fino alla Musica etnica. Il progetto CO2 ha visto l’impegno e il contributo del Comitato Scientifico CO2, del Ministero della Giustizia, della SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori e del CPM Music Institute, e che nel 2017 ha ottenuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica per il lavoro di utilità sociale e culturale svolto. In realtà va detto che la musica fa parte del carcere di San Vittore da oltre 35 anni perché si sa, la musica aiuta l’anima, ed è proprio per questo motivo che nel carcere di Milano si tengono programmi per avvicinare i detenuti alla musica: da oggi però è stato fatto un ulteriore passo avanti ovvero la sonorizzazione di ampi spazi del carcere con musica strumentale di tutte le etnie selezionata dai detenuti nei laboratori di ascolto emotivo consapevole; musica in filodiffusione dunque, per aiutare le persone detenute ad essere anche più rilassate e in pace col mondo nonostante tutto.